Luigi Vero Tarca. Il tutto positivo e la pratica filosofica

Nel mondo occidentale la figura del sapiente, del maestro, di colui che conosce ed indica all'uomo la strada della salvezza, pare scomparsa. Perché? Lo spiega il filosofo Luigi Vero Tarca in questa intervista realizzata in occasione del Congresso Internazionale in onore di Emanuele Severino: All'alba dell'eternità. I primi 60 anni de La struttura originaria, che si è tenuto a Brescia il 2 e 3 marzo 2018.

Nel nostro mondo la strada della salvezza è data dalla tecnica e poiché la scienza e la tecnica hanno la capacità di trattare oggettivamente i problemi, la nostra partecipazione alla soluzione degli stessi perde importanza. Il pensiero che pretende di oggettivare tutto giunge a togliere se stesso. 

C'è il rischio che la totalità del sistema oggetivo se risolve un problema ne crea altri. Torna quindi a riproporsi la questione della partecipazione dell'individuo alla soluzione dei problemi. 

Luigi Vero Tarca (Sondrio, 1947) è stato professore ordinario di Filosofia teoretica presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia ed è Direttore Emerito del Cestudir (Centro Studi sui Diritti Umani). Allievo di Emanuele Severino e studioso in particolare del pensiero logico-filosofico contemporaneo ha elaborato una proposta filosofica complessiva, basata sulla peculiare distinzione tra la differenza e la negazione, che è stata presentata in vari scritti tra i quali Differenza e negazione (Napoli 2001), La filosofia come stile di vita. Introduzione alle pratiche filosofiche (Milano 2003, con R. Màdera), Quattro variazioni sul tema negativo/positivo (Treviso 2006) e Verità e negazione (Venezia 2016, a cura di Th. Masini).

 

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