Marco Paolini racconta Galileo
Riflessioni su un testo teatrale
“Quel tempo è un tempo pieno di novità: cambia il calendario e cambia il pianeta, perché dopo la scoperta dell’America le navi che attraversano l’oceano sono come veicoli spaziali che abbandonano il mondo abitato e vanno verso l’ignoto. Con grandi enormi rischi, perché non ci sono strumenti di navigazione”: così l’attore, autore e regista teatrale Marco Paolini sull’epoca e sulla figura rivoluzionaria di Galileo Galilei, il padre della scienza moderna.
Abbiamo incontrato Marco Paolini sul palco del Teatro Stabile di Bolzano durante la tournée del suo spettacolo ITIS Galileo, che di recente ha debuttato anche in lingua francese, al Théâtre de Vidy di Losanna, in Svizzera.
Raccontare Galileo, la sua incredibile forza, le scoperte, i pensieri e l’umanità coincide per Paolini con il raccontare come “quella storia, quell’uomo, quel tempo sono diventati un mondo più importante della domanda di partenza”. Una storia che - spiega l’attore - “mi ha preso, mi ha catturato. E mi ha fatto compagnia”.
Galileo è lo scienziato che “non si mette mai in pensione con la testa”, che, anche dopo l’abiura, rimette in fila la sua vita, continua a essere devoto al Sapere e alla Scienza, e non smette di immaginare di poter pensare in un modo diverso.
Lui, nato quattrocentocinquanta anni fa .