Massimo Capaccioli: scienza e bellezza

Fine di un antagonismo

L`astrofisico Massimo Capaccioli risponde alle domande degli studenti del Liceo Mamiani di Roma sul rapporto tra scienza e bellezza. 
L’antagonismo tra bellezza e verità risponde ad uno schematismo che, spesso, ignora l’origine stessa della conoscenza, che nascerebbe, secondo Aristotele, dalla meraviglia che l’osservazione dei fenomeni genera nell’animo umano.

Infatti gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori: per esempio i problemi riguardanti i fenomeni della luna e quelli del sole e degli astri, o i problemi riguardanti la generazione dell’intero universo. Ora, chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere; ed è per questo che anche colui che ama il mito è, in certo qual modo, filosofo: il mito, infatti, è costituito da un insieme di cose che destano meraviglia
Aristotele, Metafisica

Una scheda filmata, che alterna le immagini di Einstein a quelle, tratte da uno sceneggiato, di Van Gogh, seguite da altre ancora, relative allo sbarco del primo uomo sulla luna e ad alcune eruzioni vulcaniche, introduce il dibattito. Tra gli argomenti trattati ricordiamo: il limite tra bello, sublime e terrificante; il fascino dell`ignoto; il bisogno di simmetria e misura implicito nell`idea di bellezza; la soggettività del bello e l’evoluzione nel tempo dei criteri che lo definiscono; il permanere nella scienza del desiderio di semplicità e ordine nonostante il superamento di una visione deterministica; il contributo di Internet alla ricerca scientifica e i rischi che la rivoluzione informatica comporta; l`esperienza personale di Capaccioli come "osservatore del cielo".

Scrive Einstein: ‘È ben noto che l’elettrodinamica di Maxwell, nei termini in cui viene solitamente intesa, in applicazione ai corpi in movimento, porta ad asimmetrie che non sembrano inerenti ai fenomeni stessi’. Dunque, Einstein non rileva un problema sperimentale, bensì una difformità estetica, cioè un’asimmetria, una stortura nella teoria che non c’è nei fenomeni
Gerald Holton

Nel corso della puntata, una preziosa intervista allo storico della scienza Gerald Holton sul rapporto tra estetica e scienza in Einstein.


Da Rai Teche: Mosaico - Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche, 1998