Massimo Donà. Manlio Sgalambro

La musica senso originario della filosofia

Massimo Donà, intervistato il 3 marzo 2018 a Brescia in occasione del Congresso in onore di Emanuele Severino, All'alba dell'eternità i primi 60 anni de La struttura originaria, ricorda il filosofo Manlio Sgalambro (Lentini 1924 – Catania 2014). Fu Sgalambro, filosofo originalissimo e antiaccademico, autore anche di molti dei testi delle canzoni di Franco Battiato, a spingere il giovane musicista Donà allo studio della filosofia, sostenendo che la musica è il senso originario della filosofia. Quando Sgalambro parlava era uno strumento, racconta Massimo Donà, che sempre di più si propone come filosofo musicista, eseguendo performance in cui la parola si unisce alla musica, cercando di rappare la filosofia. Nel libro La teoria della canzone, un argomento apparentemente leggero trova la sua dignità.

Sgalambro  aveva capito che la sintesi rappresentata dalla canzone era la sintesi di un aforisma filosofico riuscito, la quintessenza della capacità di far suonare un pensiero

Massimo Donà (nato a Venezia il 29 ottobre 1957), oltre che musicista, è professore ordinario di Filosofia Teoretica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano. Nello specifico, insegna METAFISICA per il corso di laurea triennale e ONTOLOGIA DELL’ARTE per il corso di laurea specialistica. Dopo essersi laureato nel 1981 con Emanuele Severino, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Venezia, inizia a pubblicare diversi saggi per riviste e volumi collettanei, partecipando, lungo il corso degli anni Ottanta, a diversi Convegni e Seminari in varie città italiane. A partire dalla fine degli anni Ottanta, collabora con Massimo Cacciari, in qualità di cultore per la materia, presso la Cattedra di Estetica dello IUAV (Venezia) e coordina per alcuni anni i Seminari dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (sede di Venezia). Negli anni Novanta fonda, con Massimo Cacciari e Romano Gasparotti, la rivista PARADOSSO. Sempre negli anni Novanta diventa docente di ruolo di Estetica e insegna presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia; sino a quando viene incardinato come Professore Ordinario di Teoretica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano. È inoltre curatore, sempre con Romano Gasparotti e Massimo Cacciari, dell’opera postuma di Andrea Emo.