Salvatore Settis. L'unità del sapere

Il ruolo della scuola

Salvatore Settis, intervistato in occasione della V edizione del Festival del Pensare, dal titolo Male nostro quotidiano, che si è svolta, dal 18 al 26 luglio 2019, a Cecina, Casale Marittimo, Guardistallo, Montecastelli Pisano, Castagneto Carducci, Bibbona e Populonia, parla della separazione tra la cultura umanistica e quella scientifica e della conseguente frammentazione del sapere.
Da una parte c’è il principio antico dell’unità dei saperi e, dall’altra, la sempre maggiore segmentazione  del sapere. La soluzione sarebbe una quella di avere una formazione abbastanza generalista, tale da generare curiosità sufficienti, per innestare su quelle curiosità più specifiche. A questo deve provvedere la scuola e

la scuola italiana, grazie alla riforma Gentile, che continuò il lavoro di Benedetto Croce al Ministero della Pubblica Istruzione, è ancora sufficientemente generalista, nonostante gli sgangherati tentativi di riforme che si sono susseguiti fino ad oggi, ma si sta indirizzando nella direzione opposta della segmentazione. È necessario ridare alla nostra scuola il carattere generalista per combattere la segmentazione del sapere. 


Salvatore Settis archeologo e storico dell'arte, ha diretto il Getty Research Institute di Los Angeles e la Normale di Pisa. È presidente del Consiglio scientifico del Louvre. Accademico dei Lincei, ha avuto due lauree honoris causa in giurisprudenza (Padova e Roma 2). Collabora con «la Repubblica», «Il Sole 24 Ore» e «l'Espresso». Tra i suoi libri pubblicati per Einaudi ricordiamo Italia S.p.A. L'assalto al patrimonio culturale (2002), Futuro del 'classico' (2004), Paesaggio Costituzione cemento. La battaglia per l'ambiente contro il degrado civile (2010, 2012 e 2019), Azione popolare. Cittadini per il bene comune (2012), Costituzione incompiuta. Arte paesaggio ambiente (2013, con A. Leone, P. Maddalena e T. Montanari), Se Venezia muore (2014), Costituzione! (2016) e Architettura e democrazia (2017).