Elena Pulcini. L'invidia

Una passione devastante

Elena Pulcini, intervistata in occasione della XVIII edizione dei Dialoghi di Trani, che si è tenuta dal 17 al 22 settembre 2019, parla del sentimento dell’invidia, al quale ha dedicato il saggio Invidia. La passione triste, pubblicato nel 2011 dall’editore Il Mulino. 
Invidia è soffrire per il bene dell’altro o nella variante più feroce è il godere del male dell’altro, un avvelenamento dell’anima. Si tratta di una passione devastante per il sé perché lo spinge verso il basso, verso quelle che Spinoza chiamava le passioni tristi. Un vizio che non viene mai dichiarato se non in forma leggera, ma che si coglie però nello sguardo dell’invidioso. L’invidia, che già i greci antichi avevano perfettamente definito cercando anche delle soluzioni, cresce con la modernità, è una passione democratica che presuppone l’uguaglianza, come diceva Alexis de Tocqueville: quanto più siamo uguali, tanto più diventiamo incapaci di sopportare il minimo privilegio.
È un vizio senza piacere: nessun invidioso gode di niente o meglio gode solo malignamente, non c’è l’elemento di gratificazione che c’è in altri vizi capitali. 

L’invidia nasce da una fortissima e inconfessata fragilità dell’io e il bene dell’altro viene vissuto come una diminuzione del proprio essere e quanto più il soggetto è fragile tanto più questo meccanismo si mette in moto. Il soggetto social è un individuo estremamente fragile e la dinamica dei social è estremamente semplice: i giovani oggi non diffondono i contenuti che gli piacciono ma pensano a quale contenuto può far loro ottenere dei like per diffonderlo, non c’è un contenuto e il desiderio che venga apprezzato ma è il desiderio di essere riconosciuti e apprezzati che crea il contenuto. Gli effetti della mancanza di like sono devastanti, pare che stiano cominciando a verificarsi forme di depressione da mancanza di like.

Questo scenario di passione dell’apparire è di derivazione rousseauiana, noi diventiamo come l’altro ci vuole, perché vogliamo essere riconosciuti. Il filosofo francese Gilles Lipovetsky ha recentemente in un suo saggio analizzato il desiderio di piacere, un fenomeno che è già oltre la passione dell’apparire e in cui l’invidia gioca un ruolo dominante. 



Elena Pulcini è professoressa di Filosofia sociale presso l’Università di Firenze. Attenta al tema delle passioni e del soggetto moderno (con un focus anche sul soggetto femminile), delle patologie sociali della modernità e delle trasformazioni del legame sociale, ha proposto di recente una filosofia della cura per l’età globale. Tra i suoi lavori, alcuni dei quali tradotti nelle principali lingue europee: L’individuo senza passioni. Individualismo moderno e perdita del legame sociale (Torino 2001); Il potere di unire. Femminile, desiderio, cura (Torino 2003); La cura del mondo. Paura e responsabilità nell’età globale (primo Premio di Filosofia “Viaggio a Siracusa”, Torino 2009); Invidia. La passione triste (Bologna 2011); Cura ed emozioni. Un’alleanza complessa (con S. Bourgault, Bologna 2018). Ha partecipato e partecipa a trasmissioni culturali radiofoniche e televisive.