Giorgio Baratti. L'idea del male per gli Etruschi

La paura della violazione dei confini

Giorgio Baratti, intervistatoin occasione della V edizione del Festival del Pensare, che si è svolta dal 16 al 28 luglio 2019 a Cecina, Casale Marittimo, Guardistallo, Montecastelli Pisano, Castagneto Carducci, Bibbona e Populonia, parla del tema del male, oggetto di un suo intervento al Festival. 
Baratti inizia parlando della sua recente scoperta avvenuta nell’area archeologica di Populonia: il  ritrovamento di un cadavere, con i ceppi ai piedi.  Sembrerebbe un personaggio che ha avuto a che fare con una realtà subalterna, possibilmente in   stato di schiavitù, con le gambe legate, che esprime una postura servile, tipica di una società stratificata.

La struttura sociale del mondo etrusco è fortemente aristocatica e tra le idee del male che si trovano c’è quella del male come violazione dei confini: la paura della violazione del confine è un male assoluto che porterà alla fine del mondo etrusco e quindi in qualche modo è il male assoluto. 
Il male percepito è la presenza dello straniero e la fine della proprietà terriera è l’inizio della fine del mondo etrusco.  


Giorgio Baratti è professore a contratto di Gestione dei cantieri archeologici e archeologia preventiva all'Università degli studi di Milano e di Etruscologia all'Università Cattolica di Milano. Ha diretto scavi in molti siti italiani, in particolare per il mondo etrusco nelle città di Tarquinia e Marzabotto. Dal 2003 conduce ricerche a Baratti e Populonia dove ha scavato in vari settori della città e della necropoli etrusca.