Simone Fagioli. Inconsapevoli emozioni
Tra salto generazionale e sentire dei millennials
Simone Fagioli parla del suo libro Inconsapevoli emozioni, una silloge poetica di oltre cento liriche, che si snoda in tredici capitoli e si conclude con un epilogo dal titolo Un’estetica semplice: della bellezza e dell’atto poetico, breve saggio di estetica.
Il volume, edito dalla Società Editrice Fiorentina, riunisce parte del lavoro che Fagioli ha svolto negli ultimi anni della sua intensa attività letteraria.
Le tematiche affrontate da Fagioli sono le più varie, anche se il filone più consistente è quello amoroso. Tuttavia, il canzoniere non è monotematico: vi si leggono poesie impegnate come quelle dedicate alla tragedia americana delle due Torri (“Oggi, 11 Settembre 2001, siamo...”), o al dramma della perdita del lavoro vissuto dagli operai delle Acciaierie alla di Terni (“Terni, un grido di voce”), o alla tragedia di Cogne (“Samuele a tre anni vita”).
S’incontrano anche paesaggi campestri e ritratti di città: Spoleto, la città natale; Perugia, la città degli studi universitari; Firenze, la città dove vive e lavora da molti anni.
Da un punto di vista teoretico, tutte queste liriche hanno un’origine comune, vale a dire il fatto che tutte nascono da “inconsapevoli emozioni”, provate dallo stesso poeta. Inoltre, egli afferma che un poeta «avverte, presenti in sé, inconsapevoli emozioni che lo attraversano irrazionalmente come incontenibili e travolgenti vampe di fuoco, come irrefrenabile successione di entusiasmanti sentimenti, di sacri afflati e divine manie: ha così cominciamento l’atto dello scrivere in versi, teleologicamente rivolto alla creazione ed alla composizione poetica». La poesia, come disvelamento dell'essere, rappresenta la bellezza e la verità e, perciò, essa è essenzialmente “cura dell’anima”.
E quale è, a questo punto, il legame del poeta con la realtà che vive?
Come già notava nel 2004 il critico letterario Roberto Rizzoli, la poetica di Fagioli «rappresenta un punto di riferimento nei confronti di quel “salto generazionale” con cui anche l’arte e la poesia prima o poi si trova a dover fare i conti. In Simone Fagioli, infatti, la necessità di esprimersi attraverso la parola scritta si sovrappone ad una quotidianità spesso ingestibile, e allora colpisce positivamente la sua capacità di controllo delle emozioni in cui unisce la tradizione poetica al vissuto della sua contemporaneità». Il poeta canta sé stesso per cantare la società entro la quale vive, cercando di far emergere punti di vista universali e anticonformistici, mai convenzionali, ma sempre all’interno di una tradizione poetica. Sotto questo profilo, il Prof. Francesco d’Episcopo nella prefazione al volume sottolinea che «il Fagioli ci offre un campionario ovviamente personale, ma capace di coinvolgere nel suo spettro “emozionale” il lettore, il quale viene, a sua volta, a “sentirsi” compagno di viaggio e di avventura, che il poeta propone, delle originali cronache quotidiane del proprio vissuto, le quali, si badi bene, non risultano mai scontate o fini a se stesse, ma sottendono sempre una sorta di élan simbolico, teoretico, si sarebbe tentati di dire, che rivendica alla realtà una sua insospettabile dimensione metafisica. Si ha la forte sensazione e l’”emozione” di dover sollevare il velo, che inevitabilmente copre il mistero della esistenza, per giungere finalmente alla sua essenza, che è fatta, e non poteva essere diversamente, di bellezza, di amore, di condivisione di un destino confuso, che il poeta prova a smuovere con parole ferme, filettate nelle infinite domande, destinate anch’esse a rimanere senza risposta».
Pertanto, due possibili chiavi di lettura del testo, al di là dei temi trattati dalle singole liriche, sono sia la volontà di rappresentare un “salto generazionale” rispetto al contesto culturale, dal momento che egli incarna le istanze e le sensibilità tipiche dei millennials sia il naturale legame del poeta con la realtà, che cerca di interpretare e di cantare, con le parole della verità della poesia.
Queste sensibilità, significative del sentire di Fagioli, si possono ritrovare nei versi di “Serata Jazz”:
Luci rosse soffuse
su quel piccolo spazio d’artista,
sax e fisarmonica insieme
rimbalzano note sul vetro del bicchiere.
È il muro arancione di fronte
il viso riflesso della mente
e Lei ancora la protagonista,
che diventa per un eterno istante
la bella ragazza di Ipanema.
La musica riempie della tua assenza il silenzio
e la candela tremula di luce
è una stella solitaria che trema
sui bordi di microcosmi vitali.
Le ragazze intorno diventano ombra
alla luce chiara del tuo sorriso
e non solo per i Martini – Cola
che scivolano come la tua persona.
Pensiero e volontà vorrebbero ora
svestire ogni tuo dubbio assoluto
e forse qualche retorica parola
ricorre sui destini senza tempo.
Nella nota critica della Giuria del Premio Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa – Città di Salò 2006, si possono rilevare sia l’elemento di rottura, che consiste nel “salto generazionale” sia gli elementi di modernità, che Fagioli cerca di introdurre all’interno dei suoi testi: «che l’autore di questa lirica sia ancora giovane ce lo indicano il titolo, lo spirito che anima i versi, le situazioni che si configurano e, soprattutto, il lessico fresco, lineare, non privo di accuratezza. E ancora il poeta ricerca, come si conviene ad una poesia moderna, la sinteticità, poiché vuole esprimere delle sensazioni provate in una serata in compagnia degli amici, e dilungarsi in descrizioni, non solo sarebbe inutile, ma rischierebbe di essere banale. Così, la lirica non solo è agile e gradevole, ma anche molto significativa».
La parola poetica di Simone Fagioli cerca di aprire uno spiraglio sul mondo neo-moderno, pur sempre aggrappato, a volte anche solo con un filo sottile, alla tradizione poetica. La Prof.ssa Maria Carla Spina, nella postfazione del volume si chiede: «dal momento che, come si sa, è la poesia che alimenta altra poesia, è lecito chiedersi quali siano i maestri di Simone; nei suoi versi si coglie l’eco di autori, divenuti a lui familiari attraverso un’assidua frequentazione». Sotto questo profilo, l’autore, oltre a dedicare la lirica “Anche i poeti” a Mario Luzi, apre la silloge con una poesia che sintetizza l’esperienza vissuta all’Isola D’Elba del poeta gallese Dylan Thomas:
Riemergono dai fondali di Rio
i tuoi antichi versi stranieri
e mentre le onde dondolano sugli scogli,
immagino quali fossero i tuoi pensieri.
Rio oggi non è quella che hai conosciuto,
le miniere han ceduto ai turisti,
i resti metallici, se li guardi, sono tristi,
lontani ricordi di un mondo perduto.
Ma le strade son rimaste a guardare,
identici i vicoli, le case, e solo un pescatore,
che nei lanci dell’amo sembra pensare
se il pesce la scamperà o sarà lui il vincitore.
E mentre scrivevi “In Country Sleep”
il tempo implacabile segnava il tuo destino,
tra caldo, sudore, vino e malinconia,
poeta gallese innamorato di Rio,
tua seconda patria, tua seconda Swansea.
Simone Fagioli è un poeta, filosofo e critico d’arte. È professore di filosofia e storia, Accademico Benemerito dell’Accademia Costantiniana di Roma, socio della Società Filosofica Italiana, dell’Accademia Internazionale d’Arte Moderna di Roma, della Società Italiana di Scienze Matematiche e Fisiche e anche Presidente dell’Associazione Culturale “FareCultura”.
Per la sua attività culturale ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui si ricordano: Riconoscimento al Merito Speciale – Premio Accademico Internazionale di Poesia e Arte Contemporanea “Apollo Dionisiaco”, VII edizione, Roma 2020; Finalista Premio Firenze 2019 XXXVII EDIZIONE; Premio Internazionale Oscar Wilde 2019 – Wilde Vip European Award 2019 (Ottaviano 2019); Finalista XV Edizione del Premio Letterario “Le parole nel cassetto” – (Firenze 2019); Premio Internazionale SpoletoFestivalArt 2018 per la filosofia contemporanea (Spoleto 2018) e per la letteratura (Spoleto 2012); Premio Nazionale di Poesia “Versi Distillati” (Brescia 2009); Finalista Premio Letterario Nazionale di Poesia “Valle dell’Aniene” (Roma, 2007); Trofeo Internazionale “Medusa Aurea XXVIII Edizione” dell’Accademia Internazionale d’Arte Moderna (Roma, 2005); Finalista con Menzione di Merito III Edizione del Premio Letterario Internazionale “Trofeo Giacomo Leopardi” (Recanati, 2005); Premio Letterario Internazionale “Treditre Editori - Città di Avezzano” (Avezzano, 2004); Premio Nazionale di Poesia “Primavera Strianese” (Striano, 2003); Finalista con Menzione di Merito X Edizione del Premio Letterario Internazionale di Poesia “Poseidonia - Paestum” (Paestum, 2004); Finalista XI Edizione Premio Letterario Nazionale di Poesia e Giornalismo “La fonte - Città di Caserta” (Caserta, 2003); Premio Nazionale di Poesia “Igino Giordani” (Caltanissetta, 2001); 3° Classificato Premio Nazionale di Poesia ”Massimo D’Azeglio” (Barletta, 2000).
Il volume, edito dalla Società Editrice Fiorentina, riunisce parte del lavoro che Fagioli ha svolto negli ultimi anni della sua intensa attività letteraria.
Le tematiche affrontate da Fagioli sono le più varie, anche se il filone più consistente è quello amoroso. Tuttavia, il canzoniere non è monotematico: vi si leggono poesie impegnate come quelle dedicate alla tragedia americana delle due Torri (“Oggi, 11 Settembre 2001, siamo...”), o al dramma della perdita del lavoro vissuto dagli operai delle Acciaierie alla di Terni (“Terni, un grido di voce”), o alla tragedia di Cogne (“Samuele a tre anni vita”).
S’incontrano anche paesaggi campestri e ritratti di città: Spoleto, la città natale; Perugia, la città degli studi universitari; Firenze, la città dove vive e lavora da molti anni.
Da un punto di vista teoretico, tutte queste liriche hanno un’origine comune, vale a dire il fatto che tutte nascono da “inconsapevoli emozioni”, provate dallo stesso poeta. Inoltre, egli afferma che un poeta «avverte, presenti in sé, inconsapevoli emozioni che lo attraversano irrazionalmente come incontenibili e travolgenti vampe di fuoco, come irrefrenabile successione di entusiasmanti sentimenti, di sacri afflati e divine manie: ha così cominciamento l’atto dello scrivere in versi, teleologicamente rivolto alla creazione ed alla composizione poetica». La poesia, come disvelamento dell'essere, rappresenta la bellezza e la verità e, perciò, essa è essenzialmente “cura dell’anima”.
E quale è, a questo punto, il legame del poeta con la realtà che vive?
Come già notava nel 2004 il critico letterario Roberto Rizzoli, la poetica di Fagioli «rappresenta un punto di riferimento nei confronti di quel “salto generazionale” con cui anche l’arte e la poesia prima o poi si trova a dover fare i conti. In Simone Fagioli, infatti, la necessità di esprimersi attraverso la parola scritta si sovrappone ad una quotidianità spesso ingestibile, e allora colpisce positivamente la sua capacità di controllo delle emozioni in cui unisce la tradizione poetica al vissuto della sua contemporaneità». Il poeta canta sé stesso per cantare la società entro la quale vive, cercando di far emergere punti di vista universali e anticonformistici, mai convenzionali, ma sempre all’interno di una tradizione poetica. Sotto questo profilo, il Prof. Francesco d’Episcopo nella prefazione al volume sottolinea che «il Fagioli ci offre un campionario ovviamente personale, ma capace di coinvolgere nel suo spettro “emozionale” il lettore, il quale viene, a sua volta, a “sentirsi” compagno di viaggio e di avventura, che il poeta propone, delle originali cronache quotidiane del proprio vissuto, le quali, si badi bene, non risultano mai scontate o fini a se stesse, ma sottendono sempre una sorta di élan simbolico, teoretico, si sarebbe tentati di dire, che rivendica alla realtà una sua insospettabile dimensione metafisica. Si ha la forte sensazione e l’”emozione” di dover sollevare il velo, che inevitabilmente copre il mistero della esistenza, per giungere finalmente alla sua essenza, che è fatta, e non poteva essere diversamente, di bellezza, di amore, di condivisione di un destino confuso, che il poeta prova a smuovere con parole ferme, filettate nelle infinite domande, destinate anch’esse a rimanere senza risposta».
Pertanto, due possibili chiavi di lettura del testo, al di là dei temi trattati dalle singole liriche, sono sia la volontà di rappresentare un “salto generazionale” rispetto al contesto culturale, dal momento che egli incarna le istanze e le sensibilità tipiche dei millennials sia il naturale legame del poeta con la realtà, che cerca di interpretare e di cantare, con le parole della verità della poesia.
Queste sensibilità, significative del sentire di Fagioli, si possono ritrovare nei versi di “Serata Jazz”:
Luci rosse soffuse
su quel piccolo spazio d’artista,
sax e fisarmonica insieme
rimbalzano note sul vetro del bicchiere.
È il muro arancione di fronte
il viso riflesso della mente
e Lei ancora la protagonista,
che diventa per un eterno istante
la bella ragazza di Ipanema.
La musica riempie della tua assenza il silenzio
e la candela tremula di luce
è una stella solitaria che trema
sui bordi di microcosmi vitali.
Le ragazze intorno diventano ombra
alla luce chiara del tuo sorriso
e non solo per i Martini – Cola
che scivolano come la tua persona.
Pensiero e volontà vorrebbero ora
svestire ogni tuo dubbio assoluto
e forse qualche retorica parola
ricorre sui destini senza tempo.
Nella nota critica della Giuria del Premio Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa – Città di Salò 2006, si possono rilevare sia l’elemento di rottura, che consiste nel “salto generazionale” sia gli elementi di modernità, che Fagioli cerca di introdurre all’interno dei suoi testi: «che l’autore di questa lirica sia ancora giovane ce lo indicano il titolo, lo spirito che anima i versi, le situazioni che si configurano e, soprattutto, il lessico fresco, lineare, non privo di accuratezza. E ancora il poeta ricerca, come si conviene ad una poesia moderna, la sinteticità, poiché vuole esprimere delle sensazioni provate in una serata in compagnia degli amici, e dilungarsi in descrizioni, non solo sarebbe inutile, ma rischierebbe di essere banale. Così, la lirica non solo è agile e gradevole, ma anche molto significativa».
La parola poetica di Simone Fagioli cerca di aprire uno spiraglio sul mondo neo-moderno, pur sempre aggrappato, a volte anche solo con un filo sottile, alla tradizione poetica. La Prof.ssa Maria Carla Spina, nella postfazione del volume si chiede: «dal momento che, come si sa, è la poesia che alimenta altra poesia, è lecito chiedersi quali siano i maestri di Simone; nei suoi versi si coglie l’eco di autori, divenuti a lui familiari attraverso un’assidua frequentazione». Sotto questo profilo, l’autore, oltre a dedicare la lirica “Anche i poeti” a Mario Luzi, apre la silloge con una poesia che sintetizza l’esperienza vissuta all’Isola D’Elba del poeta gallese Dylan Thomas:
Riemergono dai fondali di Rio
i tuoi antichi versi stranieri
e mentre le onde dondolano sugli scogli,
immagino quali fossero i tuoi pensieri.
Rio oggi non è quella che hai conosciuto,
le miniere han ceduto ai turisti,
i resti metallici, se li guardi, sono tristi,
lontani ricordi di un mondo perduto.
Ma le strade son rimaste a guardare,
identici i vicoli, le case, e solo un pescatore,
che nei lanci dell’amo sembra pensare
se il pesce la scamperà o sarà lui il vincitore.
E mentre scrivevi “In Country Sleep”
il tempo implacabile segnava il tuo destino,
tra caldo, sudore, vino e malinconia,
poeta gallese innamorato di Rio,
tua seconda patria, tua seconda Swansea.
Simone Fagioli è un poeta, filosofo e critico d’arte. È professore di filosofia e storia, Accademico Benemerito dell’Accademia Costantiniana di Roma, socio della Società Filosofica Italiana, dell’Accademia Internazionale d’Arte Moderna di Roma, della Società Italiana di Scienze Matematiche e Fisiche e anche Presidente dell’Associazione Culturale “FareCultura”.
Per la sua attività culturale ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui si ricordano: Riconoscimento al Merito Speciale – Premio Accademico Internazionale di Poesia e Arte Contemporanea “Apollo Dionisiaco”, VII edizione, Roma 2020; Finalista Premio Firenze 2019 XXXVII EDIZIONE; Premio Internazionale Oscar Wilde 2019 – Wilde Vip European Award 2019 (Ottaviano 2019); Finalista XV Edizione del Premio Letterario “Le parole nel cassetto” – (Firenze 2019); Premio Internazionale SpoletoFestivalArt 2018 per la filosofia contemporanea (Spoleto 2018) e per la letteratura (Spoleto 2012); Premio Nazionale di Poesia “Versi Distillati” (Brescia 2009); Finalista Premio Letterario Nazionale di Poesia “Valle dell’Aniene” (Roma, 2007); Trofeo Internazionale “Medusa Aurea XXVIII Edizione” dell’Accademia Internazionale d’Arte Moderna (Roma, 2005); Finalista con Menzione di Merito III Edizione del Premio Letterario Internazionale “Trofeo Giacomo Leopardi” (Recanati, 2005); Premio Letterario Internazionale “Treditre Editori - Città di Avezzano” (Avezzano, 2004); Premio Nazionale di Poesia “Primavera Strianese” (Striano, 2003); Finalista con Menzione di Merito X Edizione del Premio Letterario Internazionale di Poesia “Poseidonia - Paestum” (Paestum, 2004); Finalista XI Edizione Premio Letterario Nazionale di Poesia e Giornalismo “La fonte - Città di Caserta” (Caserta, 2003); Premio Nazionale di Poesia “Igino Giordani” (Caltanissetta, 2001); 3° Classificato Premio Nazionale di Poesia ”Massimo D’Azeglio” (Barletta, 2000).