Giacomo Marramao. Kairós

Apologia del tempo debito   

Giacomo Marramao parla della nuova edizione ampliata del suo saggio Kairós. Apologia del tempo debito, pubblicato nel 2021 da Bollati Boringhieri. 

Un saggio sul tempo e sulla «sindrome» della fretta. Per riscoprire i tempi plurali, recuperare una tempestività senza precipitazione e provare a rispondere alla ricerca di senso. Ripensare il tempo in modo radicale fa emergere i paradossi della nostra epoca e ci indica possibili vie d’uscita.

In una celebre allegoria, Lisippo raffigura il Kairós – il dio del tempo debito – come un fanciullo alato che si posa su una sfera, reggendo un rasoio su cui oscilla una bilancia. La sua contrazione muscolare tradisce lo sforzo di un equilibrio precario, prima di ripartire in volo. Kairós è infatti la contingenza propizia, il momento giusto eppure volatile, da cui origina ogni identità e fenomeno, inclusa la Mente e la Coscienza. Questa immagine ci introduce alla necessità di ripensare il tempo, anzi di rivedere e accogliere nella nostra quotidianità una pluralità di tempi. Marramao interroga qui un’intera tradizione di pensiero, dall’imitazione dell’eternità in Platone alla relatività di Einstein, dal momento indeterminato della meccanica quantistica alla critica del tempo heideggeriano. Argomentazioni sofisticate ma cristalline criticano il gergo filosofico che oppone l’incommensurabilità della durata interiore alle misure standard del tempo spazializzato. Una delle tesi dirompenti di questo testo è che il corrispettivo greco di Tempus è proprio Kairós, e non Chronos, cosa che, secondo l’autore, ha delle conseguenze filosofiche importanti che si riflettono anche nel nostro vivere quotidiano. Questo rigoroso saggio, pubblicato in una prima versione nel 1992, ha avuto varie edizioni nel corso degli anni, venendo tradotto in diverse lingue. Proporre oggi questo testo – rivisto e accresciuto con parti inedite – aiuta a ripensare i paradossi del tempo e la fretta della nostra epoca. Non da ultimo esorta a metterci alla ricerca di una tempestività senza precipitazione, che ci faccia cogliere e vivere appieno l’attimo.
Marramao ha inserito nel saggio, fin dalla prima edizione, alcune pagine su Roger Penrose il matematico, che con i suoi modelli ha consentito a Stephen  Hawking di portare avanti la sua ricerca sui buchi neri, che gli è valsa il Premio Nobel. Nel lavoro di Penrose, anche riguardo alla questione della temporalità, vi era una novità molto importante, ossia la sua capacità di giungere, sulla base di una matematica che aveva sviluppato a partire dalla meccanica quantistica, a una visione che lo portava a lambire quello che Marramao stesso definisce il muro del tempo. Nel 2020 anche Penrose è stato insignito del Premio Nobel per la Fisica. 

La politica è anche la capacità di cogliere i segni dei tempi, il Kairós, il tempo opportuno e se non ci riesce, anche il più straordinario dei progetti rischia di andare in malora e inevitabilmente essa si ritroverà in un tempo uscito dai cardini. 




Giacomo Marramao è professore emerito dell’Università di Roma Tre, presso cui ha insegnato Filosofia teoretica e Filosofia politica. Dirige la Fondazione Basso ed è membro del Collège International de Philosophie di Parigi. Presso Bollati Boringhieri sono usciti Dopo il Leviatano. Individuo e comunità (2000, n. ed. 2013), Passaggio a Occidente. Filosofia e globalizzazione (2003, n. ed. 2009), premio Pozzale-Luigi Russo, Potere e secolarizzazione. Le categorie del tempo (2005), La passione del presente. Breve lessico della modernità-mondo (2008) e L’esperimento del mondo. Mistica e filosofia nell’arte di Fabio Mauri (2018).