Sossio Giametta. Il cristianesimo
L'interiorizzazione dell'uomo da Agostino a Nietzsche
Dire che il cristianesimo è l’interiorizzazione dell’uomo è l’interpretazione più breve, ma anche intrinsecamente più completa che se ne possa dare. Si tratta innanzitutto di una definizione del cristianesimo che implica la sua massima esaltazione ed anche la massima critica che si può fare. Bisogna tornare a Sant’Agostino che è tuttora il pilastro del cristianesimo, con il suo ardore filosofico ha creato quella che intrinsecamente è la filosofia che regge il cristianesimo.
Sant’Agostino è nato nell’epoca della crisi, che divide il mondo pagano che scompare da quello cristiano che nasce, e lui, permeato della più profonda cultura pagana, inconsapevolmente ha trasferito la cultura pagana nel cristianesimo, tanto da essere considerato il Platone del cristianesimo. Ma questa operazione lo configura più come Parmenide che come Platone, perché Sant’Agostino ha interiorizzato l’essere, che invece in Parmenide è una potenza sovrumana lontana dagli uomini.
Secondo Nietzsche, però, l’interiorizzazione dell’uomo è una sorta di malattia, l’uomo è fatto per vivere verso l’esterno e anche in natura tutti gli esseri nascono per vivere verso l’esterno, non ripiegati in se stessi e questa è una legge universale di tutti gli esseri viventi. Pertanto, dire che il cristianesimo è l’interiorizzazione dell’uomo è nello stesso tempo anche la critica massima che gli si possa fare.Sant’Agostino ha interiorizzato l’essere di Parmenide, perché nella sua vita non ha fatto altro che esplorare le profondità dell’interiorità umana, ritenendo che nell’interiorità umana abiti la verità, ossia Dio e l’amore.
Ripiegarsi nella propria interiorità deve servire a vivere verso l’esterno, mentre il cristianesimo afferma l’interno per negare l’esterno e pone la nostra meta finale fuori dal mondo, nell’aldilà, e quindi è un superamento e uno svilimento del mondo, che viene disprezzato.
Secondo Nietzsche, se non diamo il massimo valore alla vita siamo nichilisti, quindi il cristianesimo per lui è una forma di nichilismo e la critica massima che si può fare al cristianesimo è quella di avere capovolto lo scopo fondamentale della natura e dei viventi, che è proiettarsi verso l’esterno.
Sossio Giametta, filosofo, traduttore, saggista, critico letterario, scrittore e pubblicista, è nato a Frattamaggiore il 20 novembre 1929. Laureatosi in Giurisprudenza a Napoli nel 1952, nel 1953 collabora con Giorgio Colli all’Enciclopedia di autori classici per l’editore Boringhieri e all’edizione critica delle Opere di Nietzsche per Adelphi. Dal 1965 è stato funzionario presso il Consiglio dei ministri della Comunità europea a Bruxelles, dove vive.
Molte le sue opere, tra le quali si evidenzia un nutrito corpo di studi dedicati al filosofo Friedrich Nietzsche, di cui è considerato tra i massimi conoscitori mondiali. Tra le tante pubblicazioni, ne segnaliamo alcune: Nietzsche, il poeta il moralista, il filosofo (Garzanti, 1991), Nietzsche e i suoi interpreti. Oltre il nichilismo (Marsilio, 1995), Commento allo “Zarathustra” (Bruno Mondadori, 1996), Nietzsche. Il pensiero come la dinamite. Da «La gaia scienza» a «Ecce homo» (Bur Rizzoli, 2007), Introduzione a Nietzsche. Opera per opera (Bur Rizzoli, 2009), Il bue squartato e altri macelli. La dolce filosofia (Mursia, 2012), Cortocircuiti (Mursia, 2015), Il Dio lontano. Scienza, filosofia, religione, politica (Castelvecchi, 2016). Madonna con bambina e altri racconti morali, per le edizioni Bur Rizzoli (2005), segna il suo esordio ufficiale nella narrativa.