Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea
Suad Amiry ai Dialoghi di Trani
È un libro che parla di persone normali ed è ambientato in Palestina, nel 1947, quando Giaffa, la città di suo padre, era una città molto ricca, cosmopolita, piena di mercati, caffè, strade affollate, con immense distese di aranceti.
Una bellissima storia d’amore tra due ragazzi palestinesi viene interrotta dai tragici avvenimenti storici: gli inglesi, che da oltre vent'anni amministravano la Palestina, dichiarano concluso il loro mandato e nel 1948 arriva la catastrofe: le forze israeliane sostenute dalla Gran Bretagna bombardano Giaffa a tappeto riducendola ad una città fantasma.
I palestinesi hanno accettato di avere solo il ventitré per cento della Palestina, ma ancora oggi quella piccola percentuale è minacciato dai coloni ebrei. Dal 1948 le vere vittime di questa vicenda storica storia sono i palestinesi.Per comprendere il conflitto tra Israele e Palestina bisogna sapere che non si tratta di una guerra di religione e nemmeno di un conflitto culturale, ma di una guerra per l'appropriazione di territori.
Suad Amiry è nata a Damasco, da madre siriana, una delle città più antiche e più belle del mondo, e dalle immagini dell’infanzia nella sua città natale ha tratto l’ispirazione per diventare architetta e scrittrice.
Suad Amiry (1951) è un’architetta palestinese, fondatrice e direttrice del Riwaq Center for Architectural Conservation a Ramallah. Cresciuta tra Amman, Damasco, Beirut e Il Cairo, ha studiato architettura all’American University di Beirut e all’Università del Michigan, specializzandosi infine a Edimburgo. Dal 1981 insegna Architettura alla Birzeit University e, da allora, vive a Ramallah. Ha scritto e curato numerosi volumi sui differenti aspetti dell’architettura palestinese. Amiry ha vinto il premio internazionale Viareggio Versilia nel 2004. Da Feltrinelli sono usciti i due volumi Sharon e mia suocera (2003) e Se questa è vita (2005), poi ripubblicati assieme in “Universale Economica” (2007), Niente sesso in città (2007), Murad Murad (2009), Golda ha dormito qui (2013) e Damasco (2016).La sua famiglia è diventata una famiglia di profughi due volte, come siriana e come palestinese e i suoi libri sono un omaggio per i profughi di tutto il mondo, che non lasciano la propria terra per scelta, ma perché sono costretti a farlo