Eva Cantarella. La tragedia e il mito 

La Medea di Euripide 

In questo video, Eva Cantarella, intervistata in occasione del Festival Lezioni di Storia, che si è tenuto a Napoli dal 7 al 10 ottobre 2021, parla della dimensione del mito nella quale i tragici greci inserivano le grandi questioni del loro tempo.  

La regola dei greci è che quello che andava in scena doveva essere lontano da ogni riferimento specifico a quelli che erano i  problemi della città in quel momento, per cui le grandi questioni venivano affrontate dai tragici, ma proiettandole in un tempo senza tempo come il tempo del mito. Questo consente a quei miti di essere riproposti oggi con la stessa attualità. 

Euripide nella Medea tratta anche il tema della xenofobia degli ateniesi, che ritenevano che la civiltà si fermasse a loro. Euripide quando mette in scena la tragedia insiste sul fatto che Medea fosse una straniera, oltre che una maga, quindi un personaggio pericoloso. Per questo motivo al centro della tragedia di Medea viene posto recentemente il tema dell’atteggiamento nei confronti dello straniero, in questo caso dell’esule, al punto che si pensa che Euripide abbia introdotto l’idea dell’uccisione dei figli per dare l’idea della pericolosità degli stranieri.


Eva Cantarella ha insegnato Istituzioni di Diritto romano e Diritto greco antico all’Università Statale di Milano. Ha insegnato anche in molte università e istituzioni italiane e straniere, tra le quali la New York University, l’Università di Austin Texas, quelle di Varsavia, Atene, Granada, Barcellona e Santiago de Compostela. È autrice di oltre venti libri. Ha pubblicato oltre centocinquanta articoli su riviste scientifiche e opere collettanee italiane e straniere. Collabora da molti anni alle pagine culturali del Corriere della Sera.