Luigi Cavallaro. Una sentenza memorabile

Il dialogo tra la giurisprudenza e il mondo

Nel video Luigi Cavallaro parla del suo saggio Una sentenza memorabile, pubblicato nel 2020 da Cacucci Editore.
Un libro, che ricorda nel titolo quello che Leonardo Sciascia aveva pubblicato nel 1982 con Sellerio e che è una piccola “inquisizione” su una nota sentenza del Tribunale costituzionale federale tedesco. Una causa che ha avuto grande risonanza mediatica, nella quale, il 5 maggio 2020, il Tribunale costituzionale federale tedesco ha ritenuto arbitraria una interpretazione che la Corte di Giustizia dell’Unione europea aveva dato dei Trattati dell’Unione europea e conseguentemente ha ritenuto che il giudizio che la Corte di Giustizia aveva dato fosse un giudizio non congruo, perché non permetteva alcuna distinzione tra politica monetaria e politica economica, che è invece una distinzione fondamentale, sulla quale è costruita l’autonomia e l’indipendenza della Banca centrale europea rispetto al potere politico. In sintesi, la Banca centrale era accusata di aver invaso il capo dell’azione degli Stati espropriandoli della loro sovranità.   

Nulla di sé l’uomo sa se la letteratura non glielo apprende 
Leonardo Sciascia

La letteratura pur nella sua inevitabile ambiguità ha il potere di colorare di vero quella che è la nostra esperienza. Anche la giustizia in questo senso diventa una forma di letteratura, perché le sentenze non riescono mai ad arrivare, se non ad un’approssimazione asintotica alla verità. È precisamente in questo dialogo continuo tra la giurisprudenza e il mondo circostante che una verità può emergere.
Luigi Cavallaro 


Luigi Cavallaro (1966) è in magistratura dal 1992 e, dopo aver svolto per oltre vent'anni le funzioni di giudice del lavoro a Palermo, dal 2015 è consigliere della Sezione Lavoro della Corte di cassazione. È autore di numerosi articoli e saggi di argomento giuridico, storico, economico e filosofico pubblicati in riviste e in volume e ha curato la pubblicazione di testi di S. Satta, D. Hume, K. Marx, J. M. Keynes, R. Hilferding e A. Kollontaj.