Lorenzo Nigro. I Genî di Mozia

Portare alla luce l'identità italiana

Nel video Lorenzo Nigro, archeologo, Ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente Antico all’Università “Sapienza” di Roma, intervistato a Paestum (SA), nel corso della XXIII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, parla del suo libro I Genî di Mozia, pubblicato nel 2020 dalle edizioni Il Vomere. 

Nella lucente isola di Mozia, vicino Marsala, Garibaldi fece nascondere un misterioso tesoro. Per ritrovare, gli archeologi che lì scavano l'antica colonia fenicia dovranno indagare nelle pieghe della storia della famiglia Whitaker, proprietaria dell'isola. Indagine si fa incalzante - fra visioni notturne e indizi misteriosi - e conduce il lettore in un Mediterraneo denso e stratificato di culture, passioni, sapori e odori indimenticabili... 

Vincenzo Tusa, l’archeologo che ha salvato Selinunte, una notte mi appare in sogno mi dice: bisogna risvegliare la coscienza degli italiani e degli europei rispetto all’archeologia, bisogna fare dell’archeologia il nostro fiore all’occhiello. 


A Mozia la storia si respira in ogni angolo, e i geni di tutte le civiltà che si sono succedute ci conducono alla scoperta della bellezza e di noi stessi

Lo scavo è un momento fondamentale della fruizione del monumento archeologico, rende l’idea della magia del lavoro dell’archeologo. È importante per gli italiani attraverso l’archeologia ritrovare se stessi, il loro essere figli di una terra che ha una storia straordinaria.