Sergio Marotta. Il pensiero di Silvio Spaventa 

La teoria dello Stato

Sergio Marotta, intervistato nel dicembre del 2021 alla vigilia dell'inaugurazione delle celebrazioni del Bicentenario della nascita, parla di Silvio Spaventa (Bomba 1822 - Roma 1893) patriota e uomo politico italiano. 

La destra storica fu il vero partito rivoluzionario nell’Italia del XIX secolo, un partito che non aveva nulla a che fare con il pensiero di destra che si sviluppò in Europa nella prima metà del secolo successivo. Il suo pensiero è fortemente intriso del costituzionalismo moderno che in un certo modo anticipa anche per gli aspetti costituzionali dell’economia

Lo Stato etico che immaginava Silvio Spaventa è quello che persegue l’interesse dei cittadini e che forma le decisioni nel dibattito parlamentare: lo Stato è la più grande istituzione etica che gli uomini abbiano fondato. Oggi si vede nell’idea dello Stato etico il pericolo del totalitarismo, ma al contrario non c’è nulla di meno totalitario della nozione di Stato etico di Spaventa.
 

Quando viviamo in un’epoca, dove tutto si distrugge poco o niente si edifica, la fede nella patria e la fede nella solidarietà umana, la fede in qualche cosa che non sia solamente il nostro miserabile egoismo, questa fede io la credo necessaria e salutare per il mio paese.
Silvio Spaventa 

Un governo di partito significa, e non può significare più di questo, cioè che la direzione generale dello Stato, l’indirizzo della sua politica interna ed esterna, i concerti delle leggi e delle riforme amministrative e sociali, corrispondano alle idee e ai bisogni della maggioranza del paese. Ma questa direzione dello Stato, data al partito preponderante, non deve opprimere lo Stato, cioè la giustizia e l’eguaglianza giuridica, che ne è l’anima informativa, la giustizia per tutti e verso tutti, così per la maggioranza come per la minoranza. La protezione giuridica e la protezione civile, chiamando così tutti gli altri beni che i cittadini hanno diritto di chiedere allo Stato, oltre alla tutela del diritto, dev’essere intera, eguale, imparziale, accessibile a tutti, anche sotto un governo di parte. L’amministrazione dev’essere secondo la legge e non secondo l’arbitrio e l’interesse di partito; e la legge deve essere applicata a tutti con giustizia ed equanimità verso tutti. 
S. Spaventa




Sergio Marotta è professore ordinario di Sociologia del diritto, presso l’Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”. Nel corso della sua attività di ricerca si è occupato, in particolare, della crisi e della trasformazione dello Stato e degli ordinamenti giuridici statali alla luce del fenomeno della globalizzazione dedicando al tema due saggi monografici Le nuove feudalità. Società e diritto nell’epoca della globalizzazione (2007) e L’individuo senza Stato. Globalizzazione e sfera pubblica (2008). Ha studiato il tema del rapporto tra politica e amministrazione in Italia nel secondo Ottocento dedicandosi, in particolare, allo studio della corruzione politico-amministrativa a Napoli tra Otto e Novecento e pubblicando un saggio su Corruzione politica e società napoletana: l’Inchiesta Saredo (2012). Al tema dei beni comuni e delle specifiche caratteristiche della loro disciplina sono dedicati diversi articoli e saggi pubblicati su riviste scientifiche di area giuridica e sociologica. Ha approfondito alcune problematiche riguardanti i rapporti tra diritto ed economia, analizzando i processi di privatizzazione dei servizi pubblici a livello locale e nazionale e concentrandosi, in particolare, sulla tematica della gestione delle risorse idriche. A quest’ultimo argomento è dedicato il volume Le forme dell’acqua. Economia e politiche del diritto nella gestione delle risorse idriche (2019) che ha ottenuto la Menzione speciale della Giuria del Premio Sele d’Oro Mezzogiorno.