Emilio Gentile. La crisi della democrazia rappresentativa 

Sovranismo e nazionalismo

Nel video lo storico Emilio Gentile, intervistato nel dicembre 2021, parla della profonda crisi in cui versa da anni la democrazia parlamentare, una crisi che riguarda tutte le democrazie occidentali anche quelle di più antica tradizione. 

La democrazia ha sempre sofferto di un’incoerenza tra ciò che promette nel suo ideale e ciò che pratica con il metodo. 

Il metodo democratico, ossia la pacifica scelta dei governati da parte dei governati, deve realizzare l’ideale democratico, facendo sì che i governanti rimuovano dalla società tutti gli ostacoli che impediscono ai governati di costituire una società di liberi e uguali. Ma oggi questo ideale è messo in crisi dalla disgregazione dei partiti, che nel secolo scorso hanno rappresentato i canali di formazione dell’opinione pubblica, attraverso la sua trasformazione in opinione politica: tutto questo si è disfatto. 

Oggi il sovranismo non è tanto una rinascita del nazionalismo, i confini nazionali sono per tutti ancora sacri, ma è la reazione alla cessione di parte della sovranità all’Unione europea, che non è ancora riuscita a farsi percepire come un’esperienza che non nega, ma che coordina le singole unità nazionali, per far fronte alle altre potenze continentali. È mancata l’educazione delle popolazioni europee a comprendere la necessità di questo processo di integrazione. 

Emilio Gentile è uno storico italiano (Bojano, Campobasso, 1946). Allievo di Renzo De Felice, ultimati gli studi universitari ha intrapreso sin da subito la carriera accademica. Nella sua prima significativa monografia ha analizzato il ruolo della rivista La Voce nel panorama culturale e politico dell’età giolittiana (La Voce e l’età giolittiana, 1972), per poi iniziare a studiare la nascita dell’ideologia fascista (Le origini dell’ideologia fascista, 1975) e la figura di B. Mussolini (Mussolini e La Voce, 1976). Nel corso degli anni Gentile ha approfondito in particolare le ricerche sul fascismo e ha dato alle stampe numerosi saggi sui temi della modernità, della nazione, del totalitarismo, del pensiero mitico e delle religioni della politica (tra cui si ricordano Il mito dello Stato nuovo del 1982 e Le religioni della politica del 2001). Grazie ai suoi studi ha vinto, tra gli altri, il premio Hans Sigrist dell’Università di Berna (2003) e (sulla scia del suo Italiani senza padri del 2011) l’onorificenza Renato Benedetto Fabrizi dell’Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia (2012). Tra le sue opere più recenti: Due colpi di pistola, dieci milioni di morti, la fine di un mondo. Storia illustrata della grande guerra (2014); entrambe nel 2016, Il capo e la folla. La genesi della democrazia recitativa e “In democrazia il popolo è sempre sovrano” Falso!; Mussolini e Lenin (2017); nel 2018, In Italia ai tempi di Mussolini. Viaggio in compagnia di osservatori stranieri e Ascesa e declino dell’Europa nel mondo: 1898-1918; Chi è fascista (2019); nel 2020, Quando Mussolini non era il Duce e Caporali tanti, uomini nessuno. Considerato anche a livello internazionale il massimo storico italiano del fascismo, Gentile è docente di Storia Contemporanea presso La Sapienza di Roma.