Giancristiano Desiderio. Una definizione di arte
Il Breviario di estetica di Benedetto Croce
SI tratta di un testo esemplare per orientarsi nell’arte, che si apre con la domanda che cosa è l’arte, alla quale Croce risponde con una celia, affermando che l’arte è quello che tutti sanno cosa sia.Se dovessi consigliare al lettore contemporaneo un libro di Benedetto Croce sull’estetica consiglierei il Breviario di estetica, un testo pubblicato nel 1912 e che venne subito adottato dai licei del tempo (un dato che da solo è sufficiente a mostrare in maniera impietosa la differenza tra quella che era l’educazione liceale all’inizio dello scorso secolo e l’attuale).
Oggi è diffusa l’idea che l’arte debba suscitare soprattutto emozioni forti, un’idea che è molto lontana dalla concezione crociana dell’arte e che anzi Croce criticò per tutta la vita. Croce ci dice ciò che non è l’arte: non è emozione, non è sentimentalismo non è vita immediata, ma è una vita che è conosciuta dall’intuizione, che è intuizione lirica. Intuizione o conoscenza dello stato d’animo dell’artista o poeta che riesce ad oggettivare le sue passioni.
Attraverso l’attraversamento del mare tempestoso delle nostre passioni ricreiamo i presupposti, da un lato per creare nuova arte, se siamo artisti o poeti, e dall’altro per gustare l’arte e la capacità di gustare l’arte dovrebbe essere propria di tutti gli uomini.Per Croce l’arte non è intrattenimento, ma è la prima forma della conoscenza umana. Attraverso la contemplazione dell’arte noi possiamo liberarci dalle passioni, perché siamo in grado di riconoscerle. Questa è la funzione che Aristotele attribuì all’arte della tragedia classica, ossia la catarsi, la purificazione, una momentanea pulizia del nostro animo, perché il momento della conoscenza, sia intuitiva, sia concettuale, è solo uno dei momenti della nostra esistenza
L’uomo nasce poeta secondo Croce e la vita estetica è la vita sensibile, che è quasi un ponte di collegamento tra le vite di tutti noi.
Giancristiano Desiderio vive e scrive a Sant’Agata dei Goti e dove capita. È stato cronista parlamentare di «Libero», vicedirettore de «L’Indipendente» e ha collaborato con il «Giornale». Oggi scrive per il «Corriere della Sera». È autore della biografia Vita intellettuale e affettiva di Benedetto Croce (Premio Acqui Storia 2014 e Premio Sele d’Oro 2015), La verità, forse, Lo scandalo Croce, Lo spirito liberale, Il Bugiardo metafisico, Le uova e la frittata, Il divino pallone e con il volume La libertà della scuola ha curato gli scritti di Luigi Einaudi e Salvatore Valitutti sull’abolizione del valore legale dei titoli di studio. Per Rubbettino ha pubblicato Hegel in redazione (2006), Della barzelletta (2007), Scritti selvaggi (2017), La selva (2018) e Pontelandolfo 1861 (2019, II ed.)