Hervé A. Cavallera. Il pensiero di Elémire Zolla 

Un messaggio di salvezza universale 

Nel video Hervé A. Cavallera, intervistato il 28 maggio 2022 nella sede dell’Accademia Vivarium Novum, in occasione del Convegno internazionale Il conoscitore di segreti: Il lascito intellettuale di Elémire Zolla (1926-2002), parla del penisero di Zolla, della nascita della filosofia con Pitagora e dei rapporti tra musica, matematica e filosofia. 

L’esordio di Elémire Zolla da un punto di vista di critico avviene con Eclissi dell’intellettuale, alla fine degli anni 50. Rileggendo quelle pagine di critica sociale colpisce il fatto che a distanza di decenni appaiono elementi solo adesso pienamente comprensibili, come la critica dell’uomo massa e dell’omologazione e si prefigura il processo di massificazione dei social. In Volgarità e dolore si accenna al concetto di magia nera, da non intendere nel senso comune di stregoneria, ma in un senso più profondo, ossia nella pietrificazione del soggetto, che viene etichettato per farlo coincidere con una certa immagine. È quello che accade con i social:si etichettano le persone per distruggerle.

Zolla riprende il filone di un pensiero che cerca di recuperare il concetto di tradizione, che è tutto ciò che non è legato alla mera transitorietà, al mero divenire, ciò che rappresenta l’immutabile, gli archetipi. Nella conoscenza metafisica, che è dietro l’apparenza e ci caratterizza, conoscenza, conosciuto e conoscere diventano un tutt’uno.


Si parla di un Zolla esoterico, dove per esoterismo si intende un pensiero riservato, che richiede un’attenzione e una vigilanza particolari, che deve essere determinante e ciò porta il pensatore ad un recupero della vecchia sapienza. Il sapere è assaporare ciò che è da assaporare, ciò che cogliamo in momenti particolari distaccandoci dalle frenesie del quotidiano, che ci allontanano dal fine che è il ritrovarsi nell’universale, dove l’io si sparticolarizza.

Non c’è un dualismo di fondo tra oriente e occidente, ma si tratta di visioni diverse di una stessa realtà che si incontrano e si incrociano. 

Il numero è importante in tutto il pensiero di Zolla che riconsidera l’aspetto matematico nel senso pitagorico. Il discorso di Zolla è un discorso sapienziale un messaggio di salvezza non particolare ma universale. 
Pitagora trasmette la conoscenza della verità, con un discorso per iniziati. L’iniziazione implicava una conoscenza traducibile in termini matematici, la conoscenza diventa tutta una conoscenza simbolica la matematica non è intesa solo nell’aspetto utilitaristico ma è sentita da Pitagora anche per l’aspetto dell’ars combinatoria, che tornerà in tutto il pensiero magico occidentale fino a Bruno.  Non è un sapere quantitativo ma qualitativo, un sapere per pochi, perché ogni conoscenza implica uno sforzo, mentre noi oggi abbiamo sempre più facilitato il processo di apprendimento. 

Partendo dal numero noi arriviamo ad una contemplazione dell’assoluto. Musica, matematica e filosofia non sono cose distanti. L’errore maggiore dei matematici è quello di insegnare la loro materia come mero calcolo, senza farla gustare agli allievi, la matematica diventa algida e questo è uno degli errori pedagogici più gravi. Non a caso Orfeo suonava e la musica incantava gli animali, ed era questa la sapienza antica, senza tempo, che noi abbiamo cancellato.

Dobbiamo ritrovare quelle verità che sono al di là del tempo, una civiltà è cultura e la cultura si basa su dei valori che vanno al di là del tempo. Quando questo non accade e tutto è legato alle mode e diventiamo schiavi della tecnologia crolla il mondo umanistico con la conseguenza della crisi della civiltà. 



Hervé A. Cavallera, già professore ordinario, ora onorario, di Storia della Pedagogia nell’Università del Salento, ove ha ricoperto le cariche di Direttore di Dipartimento, di Presidente di Corso di laurea, di Senatore accademico. È stato membro della Commissione ministeriale per la riforma della scuola durante il Ministero Moratti; consulente del Consiglio Nazionale delle Ricerche; coordinatore nazionale di alcuni Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) ed è tuttora, per il Ministero dell’Università, valutatore dei Progetti nazionali per la ricerca. È stato componente dei Comitati scientifici della “Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice”, della “Fondazione Giovanni Gentile per gli studi filosofici”, dell’ “Associazione di Studi Emanuele Severino”, dell’ “Associazione Internazionale di Ricerca Elémire Zolla”; socio del “Centro Italiano per la ricerca storico-educativa” (di cui è stato componente del Direttivo e attualmente socio onorario), del “Centro Interuniversitario di Bioetica e Diritti umani”, di cui è stato direttore, della “Società di Storia Patria per la Puglia”, di cui è vicepresidente, della “Società Italiana di Pedagogia”. Ha curato la pubblicazione delle “Opere complete” del filosofo Giovanni Gentile. Per la sua attività di studioso e per i suoi volumi ha ricevuto i seguenti premi: Stilo d’oro – X Premio Nazionale di Pedagogia (2000); XXXVIII Premio Lunigiana-Cinque Terre, sezione “saggistica” (2003); XXII “Premio Firenze” (2004); Premio “Capri-San Michele” (2007); XVIII Premio Internazionale di Pedagogia (2007), “Premio Internazionale Salvatore Valitutti” (2007). Presidente del Comitato scientifico del “Centro per la filosofia italiana”, è direttore di varie collane editoriali e componente di diversi comitati scientifici di riviste italiane e internazionali. È al momento autore di 83 volumi (33 monografie - tra le più recenti Storia delle dottrine e delle istituzioni educative, 2017, Il progetto di un mondo migliore. Il contributo degli illuministi salentini, 2023, Essere e tempo in Ugo Spirito, 2025 - 35 edizioni critiche; 15 curatele) e di centinaia di scritti scientifici apparsi su riviste italiane e internazionali. 



 

Condividi