La filosofia come "pervertimento"

Un saggio di Roberto Fai su Manlio Sgalambro 

Nel video Roberto Fai parla del suo saggio La filosofia come “pervertimento”, contenuto nel  volume Essere contemporanei della fine del mondo, dedicato al filosofo siciliano Manlio Sgalambro (Lentini, 1924 - Catania, 2014) e pubblicato da Mimesis nel 2022, che raccoglie anche i saggi di Luca Farruggio, Rita Fulco e Caterina Resta

Per Sgalambro, la scena del pensare è inquieta, di più: tremenda. Pertanto il pensare è tale se ha di mira solo la verità, inquietando continuamente la scena. Altro che filosofia progressiva! Altro che «bella unità tra conoscenza e bene»! Solo se perverte, la filosofia è davvero tale, essendo la verità ostile, o quanto meno indifferente alla vita. E se è pervertimento, la filosofia non può prefigurare o configurare quel finalismo, ancora “umano, troppo umano” che aveva contrassegnato “l’ultimo sistema”, quello hegeliano.
Roberto Fai 

Se è pur vero che la contrapposizione tra “filosofia” e “cultura” trova già in Heidegger il suo precedente illustre, Sgalambro ne radicalizza l’ostilità. La cultura è formazione, concetto stomachevole, digestivo, mera Bildung. La filosofia è, per il filosofo lentinese, un movimento incessante attorno al vero, alla verità. E la verità è ostile alla vita. Quella di Sgalambro è una filosofia dolorosa, ma vera, di più: spietata e irriverente proprio perché rivolta unicamente alla verità.
Roberto Fai 

La morte del sole ha pagine di dura inattualità, che rifuggono da “pensieri deboli” e sono mille miglia lontane da nichilismi spiccioli e di maniera. La sua filosofia proprio perché niente affatto consolatoria, non conosce – già come Nietzsche – alcuna redenzione. Il motivo di fondo del suo pensiero è contemplativo: uno sguardo freddo, asciutto e disincantato sulla verità, che è solo una “quiete inquietante”: né progresso, né sviluppo, né avanzamenti.
Roberto Fai 

Sgalambro ha esercitato il piglio icastico e dissacratore nei confronti della politica: sfera umana giunta peraltro nella congiuntura di un tempo che aveva già chiuso il lungo ciclo prometeico del Novecento e ne apriva un altro, dentro cui la figura soggettiva, simbolica ed allegorica, che si stagliava nella sua veste inconsistente e ineffettuale, era il fratello sciocco: Epimeteo, che, già lì, avrebbe reso manifesta l’evanescenza del ruolo della soggettività.
Roberto Fai 




Roberto Fai, già presidente del Collegio siciliano di Filosofia e ideatore del Premio di Filosofia Viaggio a Siracusa; nel 2009, Dottore di ricerca in “Profili della cittadinanza nella costruzione dell’Europa”; nel 2013 consegue un secondo Dottorato in “Teoria e prassi della Regolazione sociale nell’U.E. Ha collaborato con la cattedra di Filosofia del diritto dell’Università di Catania, dal 1999 al 2011. Ha curato, con Pietro Barcellona e Fabio Ciaramelli, il volume Apocalisse e post-umano. Il crepuscolo della modernità (Dedalo 2007); i suoi saggi editi da Mimesis: Genealogie della globalizzazione. L’Europa a venire (2009); Frammento e sistema. Nove istantanee sulla contemporaneità (2013); Pastorale arcadica. Per un Regno giusto (2019). Nel volume di Jacques Derrida, Tentazione di Siracusa (2018, Mimesis), curato da Caterina Resta, è contenuta una sua postfazione dal titolo, La fraterna inimicizia tra filosofia e politica.