Manlio Sgalambro. Democrazia e verità

Una contraddizione disperante  

Nel video Manlio Sgalambro, filosofo e poeta italiano, parla del passaggio negli anni Quaranta del XX secolo dal fascismo alla democrazia, nella quale individua una contraddizione che definisce disperante. 
L'intervista è tratta da una puntata di GAP del 2013 dedicata al grande filosofo, realizzata da Francesco Iannello.

Venivo dal fascismo, da ragazzo avevo subito le imposizioni fasciste, le storture linguistiche del piccolo paese fascista e quindi il fascismo fu una sofferenza per me.

La democrazia che sopravvenne era stata solo teorica per noi fino a quel momento ma poi messa in pratica ci sembrò essere la legittimazione dell’opinione, la legittimazione del fatto che tutti dicono la verità. Ma le verità di tutti non sono sommabili in una verità unica e quindi questa democrazia sembrava disperdersi nella contraddizione stessa di essere appunto liberi tutti di esprimere ciascuno la propria opinione e di esserci un'opinione comune che era l'opinione di tutti.  Questa contraddizione era disperante. 


Manlio Sgalambro (Lentini, Catania 1924 - Catania, 2014). Intellettuale tra i più originali e indipendenti del panorama culturale italiano, fuori dei quadri accademici e libero dai condizionamenti del pensiero dominante. Dopo la pubblicazione, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, di brevi articoli su riviste di nicchia quali “Prisma”, “Incidenza” e “Tempo Presente”, esordisce tardivamente nella scrittura filosofica con il libro La morte del sole (1982) in cui sistematizza la sua precedente e copiosa produzione, dando voce a un nichilismo estremo – seppure non scevro di sfumature metafisiche – che lo avvicina a pensatori quali Nietzsche, Cioran e Karl Kraus.
La sua visione esistenziale, fatalista e quasi paradossale nella sua drasticità, e comunque sempre ancorata a una Sicilia che sembra sostanziarne il pensiero nel suo orizzonte di disperazione, si articola nei numerosi altri libri pubblicati negli anni successivi, tra i quali ricordiamo: Trattato dell’empietà (1987), Anatol (1990), Del pensare breve (1991), Dell’indifferenza in materia di società (1994), La consolazione (1995), Trattato dell’età (1999), De mundo pessimo (2004), La conoscenza del peggio (2007), Del delitto (2009), Della misantropia (2012), Variazioni e capricci morali (2013). L’ultimo è Dal ciclo della vita, pubblicato postumo nel giugno 2014.