Marcello Veneziani. L'amore necessario

La forza che muove il mondo

Nel video Marcello Veneziani, intervistato a Roma il 15 febbraio 2024, parla del suo libro L'amore necessario. La forza che muove il mondo, pubblicato da Marsilio nel 2024 e risponde a una domanda sul rapporto tra verità e amore. 

Veneziani sostiene la tesi che l’amore sia necessario più che libero. Noi veniamo da un’epoca di celebrazione dell’amore libero, in cui tutti i fattori legati al destino o alla natura non vengono presi in considerazione. Al contrario l’amore è un bisogno inestirpabile dell’animo umano e gran parte degli amori, in particolare quelli più duraturi, sono legati alla necessità, perché sono quelli che non abbiamo scelto, come l’amore per i genitori o per i figli.

Attraverso questi legami forti notiamo come l’esperienza della libertà sia meno significativa rispetto al riconoscimento della necessità, di un bisogno, spirituale e carnale, che ci collega alla figura amata: gran parte degli amori sono necessari perché l’amore più che libertà è soprattutto un vincolo. 

Secondo Veneziani, inoltre, l’amore vero deve rispondere ai criteri della prossimità e della predilezione, in contrapposizione alla retorica dell’amore universale. L’amore più vero e più forte inizia sempre da chi ci è più vicino e solo successivamente si può estendere fino all’intera umanità.

L’amore come prossimità è inevitabilmente fondato sulla predilezione perché io non posso amare dello stesso amore uno sconosciuto e mia madre. Inevitabilmente creiamo una gerarchia d’amore, fondata sulla realtà, sulla prossimità, e sulla predilezione. 

C’è un allargarsi progressivo del senso dell’amore, a partire dall’amore per la vita, che dovrebbe animare ciascuno di noi, fino all’amore nei confronti del mondo, a cui ci sentiamo legati da una legge di attrazione cosmica, e della verità. 

Nel libro c'è una sorta di itinerario d’amore che cerca di sottrarre questa idea alla sola sfera intima e sentimentale, perché l’amore è la forza che nuove il mondo e ci consente di andare avanti, di vivere e di conoscere, è la più grande potenza del bene e della conoscenza. 

L’amore è un volere bene all’essere e ciò che si oppone all’amore è sempre il non essere, il desiderio di negare la propria natura e la propria identità. L’amore invece parte dal principio della realtà, è un amore della realtà.  

L’amore è anche amore di conoscenza e non è un caso che l’idea stessa di filosofia si identifichi con quella di amore, perché il filosofo è l’amante della sapienza e l’itinerario della conoscenza e uguale all’itinerario amoroso.

Giambattista Vico diceva che la curiosità è figlia dell’ignoranza e madre della sapienza e questo è il percorso della filosofia e dell’amore: la curiosità deriva da una nostra mancanza, dal non sapere, ma produce, grazie alla curiosità, questo desiderio di conoscere di più e quindi ci avvicina alla sapienza. È questo è il senso di un itinerario d’amore, concepito come amore necessario prima ancora che libero. 

Il pensiero dominante oggi reputa la parola verità come un segno di intolleranza e di dogmatismo e quindi la cancella dai nostri orizzonti, ma paradossalmente quando, in nome del relativismo, si dà cittadinanza a diverse interpretazioni della storia, alcune vengono bollate come scorrette e di conseguenza cancellate. E questo è il paradosso di un’epoca che non riconosce la verità, ma che poi ha la presunzione di determinare ciò che è vero e ciò che è falso. 

Il vero filosofo non può rinunciare alla ragione per cui pensa, ossia alla ricerca della verità, ma nello stesso tempo non crede di averne il monopolio. Una ricerca continua può portare il filosofo ad avvicinarsi alla verità, ma mai a coglierla per intero, cosa che è possibile solo ad un’intelligenza divina. L’uomo può arrivare a conoscere solo alcuni frammenti della verità, ma mai la verità intera.

Il fanatismo viceversa nasce quando qualcuno ritiene di avere il monopolio della verità e di potersi considerare superiore agli altri.  

Ricercare la verità significa ricercare l’autenticità del nostro pensiero e della condizione umana e quindi credo che sia l’esigenza fondamentale del pensare umano.  

 

Marcello Veneziani è nato a Bisceglie e vive tra Roma e Talamone. Proviene da studi filosofici. Ha fondato e diretto riviste tra cui L’Italia Settimanale e Lo Stato. Ha scritto su vari quotidiani e settimanali: dal Corriere della Sera a La Repubblica, La Stampa, Libero, Il Messaggero, Panorama. Ha scritto a lungo su Il Giornale, chiamato da Montanelli e poi da Feltri, dove ha tenuto per anni la rubrica in prima pagina Cucù. È commentatore della Rai. Ha scritto vari saggi, tra i quali La rivoluzione conservatrice in Italia, Processo all’Occidente, Comunitari o liberal, Di Padre in figlio. Elogio della Tradizione, La cultura della destra e La sconfitta delle idee (editi da Laterza). I Vinti, Rovesciare il ’68, Dio, Patria e Famiglia. Dopo il declino (editi da Mondadori). È poi passato a temi esistenziali pubblicando saggi filosofico letterari come Vita natural durante dedicato a Plotino e La sposa invisibile, un viaggio carnale e metafisico tra le figure femminili. Per Mondadori ha pubblicato tra l’altro Il segreto del viandante, Amor fati, la vita tra caso e destino, Vivere non basta. Lettere a Seneca sulla felicità. L’ultimo suo libro, uscito da Mondadori, è Anima e Corpo. Viaggio nel cuore della vita. Per gli Oscar Mondadori è in libreria Ritorno a Sud. Ha poi pubblicato con Marsilio Lettera agli italiani (2015), Alla luce del mito (2016), Imperdonabili. Cento ritratti di autori sconvenienti (2017), Nostalgia degli dei (2019) e Dispera bene (2020). Inoltre: Tramonti (Giubilei regnani, 2017) e Dante nostro padre (2020), La Cappa (2021), Scontenti (2022) e L'amore necessario. La forza che muove il mondo (2024).