Alessandro Chetta. Woke. I nuovi bigotti
Il politicamente corretto come religione laica
Le chiese si vanno svuotando ma le religioni restano. Per paradosso anche la società laica ne ha escogitata una: è il politicamente corretto che nella sua estensione americana è diventato ideologia woke, una forma di moderno catechismo, progressista in teoria e intollerante nella pratica, non fede ma dogma. Dal pulpito dei social i nuovi bigotti rigettano in pieno l’Occidente bianco e colonizzatore conservando però l’aspetto economico neoliberista. Così le guerre culturali stanno assumendo i toni mistici di un culto provocando reazioni conservatrici altrettanto violente. I dispositivi woke sono quelli usati dalle religioni organizzate: senso di colpa e pentimento. Ma senza perdono.
Il correttismo è una religione positiva, laica e razionale che, nella sua pretesa di perseguire il bene o ciò che reputa bene, si impone con una forza persuasiva o censoria tipica del dogmatismo dei monoteismi. La società corretta, igienizzata, senza dolore è la società alla quale tendiamo grazie anche alla tecnologia.
Il punto di vista del libro non è reazionario o conservatore, ma è progressista. Si tratta di un progressismo, critico, che impone sempre di problematizzare tutto, anche quello che sembra migliorare la società. Guai a non farlo, perché ci ritroveremmo comunque in una situazione autoritaria e di intolleranza. Giuste quindi le lotte per la parità di genere o antirazziste bisogna però stare attenti perché tali rivendicazioni sono spesso proclamate dal pulpito dei social cercando di ingenerare un senso di colpa nell’ascoltatore, finendo nel correttismo religioso
Il fondamentalismo del bene, che pretende che il bene sia tutto da una parte, presentata come inattaccabil,e e il male sia tutto dall’altra, si può riassumere nella frase della Fallaci, che diceva: “Le leggi della brava gente non ci lasciano scampo perché ci fanno credere che siano inattaccabili che siano sempre giuste”.
Il correttismo pur nascendo da istanze progressiste ha un suo fondamento nel puritanesimo americano e quindi nel calvinismo. Calvino provava a teologizzare la vita dei cittadini di Ginevra in una sorta di teocrazia nella quale ognuno era sacerdote di se stesso e gli attivisti woke è come se fossero sacerdoti di se stessi, quindi portatori di un’educazione morale, di prescrizioni su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato su ciò che si può dire o non si può dire, un fondamentalismo del bene.
Leonardo Sciascia, quando scrisse il famoso articolo sul Corriere della Sera sui professionisti dell’antimafia, andò ad aggredire quello che sembrava un altarino, l’antimafia, che è fondamentale per la nostra vita democratica ma che non può essere considerata un bene assoluto e che quindi deve essere passata al setaccio critico.
Alessandro Chetta, giornalista, redattore del Corriere della Sera. Autore di saggi su temi di scienza sociale (Woke, i nuovi bigotti - politicamente corretto come religione; Cancel Cinema – i film italiani nel mirino della censura; Non sia mai detto! Discorso sull’autocensura) e sulla settima arte (Storia freudiana del cinema italiano, Splendori e miserie delle prostitute nel cinema italiano). Ha realizzato i documentari Mirabiles - I custodi del mito (2016, con Marco Perillo) e Instabile - Je suis Michele Del Grosso (2015)