Angelo Picariello. Liberiamo Moro dal caso Moro

L'eredità di un grande statista

Nel video Angelo Picariello, intervistato nell’aprile 2025, parla del suo libro Liberiamo Moro dal caso Moro. L'eredità di un grande statista, pubblicato nel 2025 da San Paolo Edizioni. 

Ogni volta che si cita il nome di Aldo Moro il pensiero va alle tragiche, complesse, inquietanti circostanze della sua prigionia e della sua morte. Ma questo padre e protagonista assoluto della nostra Repubblica merita di esser ricordato per quel che è stato e per il sacrificio della vita che questo suo impegno ha comportato. Questo libro racconta Moro a chi lo ricorda poco e male e a chi non lo conosce: Moro e la sua famiglia, Moro giusnaturalista, Moro padre costituente, Moro penalista, Moro uomo di governo, Moro e la Contestazione, Moro in ascolto dei giovani, Moro e i nuovi movimenti, Moro Ministro degli esteri e uomo di pace, Moro antigiustizialista, Moro vittima del terrorismo e ispiratore di una seria riflessione sulla giustizia riparativa. Tanti aspetti uniti dalla centralità della persona che ha caratterizzato la sua vita, quanto la sua azione politica e di docente, dopo averne fatto il punto centrale della nostra Costituzione. Liberiamo Moro dal “caso" che lo tiene ancora imprigionato e che ci impedisce di avvalerci della sua attualissima lezione di uomo e di cattolico, prima ancora che di politico.

Il titolo del libro nasce da un discorso che il nipote, Renato Moro, fece in occasione delle celebrazioni dei cento anni dalla nascita al Quirinale, nel quale sosteneva la tesi che sessantuno anni e mezzo non potevano essere trascurati a vantaggio dei soli cinquantacinque giorni di prigionia.

Quasi 62 anni di vita contro 55 giorni. Possono questi ultimi “fagocitare”, come spesso purtroppo avviene, tutta una figura e una personalità?... Credo che occorra superare, per quanto è possibile, le vecchie contrapposizioni, che occorra “liberare” Moro – almeno in questo senso – dal carcere brigatista, che occorra mettere sullo sfondo il dramma che ha accompagnato la sua fine e occuparsi di lui come politico – naturalmente – ma anche come intellettuale, come giurista, come cristiano, come uomo. A fare un politico, del resto, non sono solo le idee, la scala di valori, la cultura; sono anche la psicologia, gli affetti, i principi profondi e inconsapevoli, la mentalità...
Renato Moro 

  

Moro era aperto a tutti e particolarmente ai giovani, alla loro ansia di costruire un mondo di pace, più giusto e più equo.  
Angelo Picariello

La nostra politica estera è stata ed è una politica di pace. Abbiamo aderito sempre a ogni prospettiva di distensione e cooperazione nei rapporti internazionali; abbiamo accettato, valorizzato, promosso l’autorità delle Nazioni Unite come espressione della comunità umana e prefigurazione di un ordine internazionale autenticamente garantito. Abbiamo lavorato per il disarmo, accettando anche, in cambio di una seria prospettiva in questo senso, le limitazioni derivanti dal trattato di non proliferazione. Abbiamo sempre proposto e sollecitato, pur avendo presenti i problemi dell’equilibrio del mondo, soluzioni negoziali e pacifiche per tutti i problemi aperti. Abbiamo volto lo sguardo, senza anacronistiche remore nazionalistiche, verso l’Europa a noi più vicina ed eguale, auspicando, al di là di una preziosa comunità economica, un adeguato sviluppo politico, una struttura sovranazionale, una dimensione adeguata, per ragionevoli allargamenti, alle aspirazioni dei popoli ed alle necessità dell’ora. Abbiamo cercato rapporti di amicizia, studiandoci di attenuare ogni motivo di frizione, ai nostri confini terrestri e marittimi.
Aldo Moro

Moro nasce come giurista, come filosofo del diritto all’Università di Bari ed è interessante notare come, nelle sue riflessioni, consideri la rivoluzione uno sbocco possibile quando i valori di un assetto istituzionale non sono accettabili per la pubblica opinione, ad esempio nel caso di uno stato che pratichi la prevaricazione sui cittadini. 
Angelo Picariello

Uno Stato non è veramente democratico se non è al servizio dell’uomo, se non ha come fine supremo la dignità, la libertà, l’autonomia della persona umana, se non è rispettoso di quelle formazioni sociali nelle quali la persona umana liberamente si svolge e nelle quali essa integra la propria personalità.
Aldo Moro

La centralità della persona è il filo rosso che unisce l'impegno di Moro dall’Assemblea Costituente fino alla fine della sua vita e oggi per ricordare lo statista Aldo Moro nel suo impegno politico, nel suo impegno in Assemblea Costituente, nel suo impegno di giurista c'è bisogno di liberarlo da quella prigione in cui è ancora incarcerato nell'immaginario collettivo per cui ai giovani arriva soltanto l’immagine di un prigioniero dei terroristi. Il tentativo è quello di andare a vedere chi sia stato Aldo Moro. 
Angelo Picariello

Nel profondo, è una nuova umanità che vuole farsi, è il moto irresistibile della storia. Di contro a sconcertanti e, forse, transitorie esperienze c’è quello che solo vale e al quale bisogna inchinarsi, un modo nuovo di essere nella condizione umana. È l’affermazione di ogni persona, in ogni condizione sociale, dalla scuola al lavoro, in ogni luogo del nostro Paese, in ogni lontana e sconosciuta Regione del mondo; è l’emergere di una legge di solidarietà, di eguaglianza, di rispetto di gran lunga più seria e cogente che non sia mai apparsa nel corso della storia. E, insieme con tutto questo, e anzi proprio per questo, si affaccia sulla scena del mondo l’idea che, al di là del cinismo opportunistico, ma, che dico, al di là della stessa prudenza e dello stesso realismo, una legge morale, tutta intera, senza compromessi, abbia infine a valere e dominare la politica, perché essa non sia ingiusta e neppure tiepida e tardiva, ma intensamente umana.
Aldo Moro 

La sua idea di cristianesimo gli impone di aprirsi al tutto, perché altrimenti la religione e la comunità cristiana diventano una sorta di setta, mentre i principi cristiani e l’esperienza del cristianesimo vanno portate nel dialogo con gli altri. 
Angelo Picariello

Il suo impegno politico non è mai stato a tempo pieno, perché egli ha portato sempre avanti la sua attività di docente universitario, ma la sua impostazione politica è sempre stata più avanti rispetto ai suoi tempi. 
Angelo Picariello


Angelo Picariello, sposato, con due figli, vive a Roma. Nato ad Avellino, città in cui da giovanissimo è stato eletto due volte consigliere comunale, rivestendo anche l’incarico di assessore alla gioventù, è laureato in giurisprudenza e ha avviato la professione di giornalista nell’emittenza locale seguendo le vicende del dopoterremoto in Irpinia. Ha lavorato per Il Giornale del Popolo di Lugano, La Discussione, Sat 2000. Dopo una lunga collaborazione, lavora dal 2000 per Avvenire come redattore parlamentare e segue l’informazione dal Quirinale. È anche collaboratore della sezione culturale, per la quale segue soprattutto i temi della storiografia politica e le vicende della riconciliazione dopo gli anni di piombo. Ha scritto, per le Edizioni San Paolo, Capuozzo, accontenta questo ragazzo, una biografia di Giovanni Palatucci, ultimo questore di Fiume italiana, morto a Dachau dopo aver posto in salvo migliaia di ebrei.
 

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