Giovanni Gentile. Il ministro e la riforma della scuola 

Hervé A. Cavallera

Nel video Hervé A. Cavallera, curatore delle “Opere complete di Giovanni Gentile” pubblicate da Le Lettere, parla dell’attività del filosofo italiano Giovanni Gentile (Castelvetrano 1875 - Firenze 1944) come Ministro della Pubblica Istruzione e autore della riforma della scuola che porta il suo nome, realizzata dal 1922 al 1924 del 1923. 

Un elemento importante della riforma è l’insegnamento delle discipline letterarie e filosofiche sempre in forma storica. Viene superata la tradizionale distinzione tra logica, etica e psicologia, in favore della storia della filosofia e della storia della letteratura, anche perché la filosofia di Gentile è una filosofia del divenire e la conoscenza storica è l’unica conoscenza corretta. 
Importante è anche l’abbinamento di discipline come storia e filosofia e matematica e fisica. 
Hervé A. Cavallera

L’istruzione superiore, ossia l’università, ha il fine di promuovere il progresso della scienza e di fornire la cultura necessaria per l’esercizio degli uffici e delle professioni. L’università diventa in Gentile un centro fondamentale di cultura e il titolo di dottore non dà naturalmente lo sbocco occupazionale, che è invece garantito attraverso un’abilitazione mediante un esame di stato. 
Hervé A. Cavallera

La Riforma Gentile è soprattutto una riforma filosofica, con una precisa visione della vita, articolata in tre momenti: la scuola materna e elementare, come momento della soggettività, della libera espressione, la scuola secondaria, inferiore e superiore, come momento dell’antitesi, cioè dell’oggettività, dove lo studente è più attento all’apprendimento delle discipline e l’università, come momento della sintesi, in quanto nell’università avviene la vera ricerca in cui vengono mediati sia l’aspetto soggettivo sia quello oggettivo. 
Hervé A. Cavallera

 

La scuola è la continuazione naturale della famiglia. Prima sarà scuola materna, scuola privata; ma, via via che questa coscienza sociale si verrà organizzando, via via che si verrà costruendo la vita politica, via via che l’individuo sentirà unita e stretta la propria vita a questa vita sociale che si organizza politicamente, questo slargamento della sua coscienza non potrà non sorpassare i limiti della famiglia, e della istruzione privata e materna. 
Giovanni Gentile, La riforma della scuola in Italia, [I ed. 1924], III ed. riv. e accr. a cura di H. A. Cavallera, Le Lettere, Firenze 1989, p. 65

Oltre che alla quantità, si doveva mirare direttamente alla qualità: ossia migliorare, per quanto è possibile, per mezzo di leggi, la costituzione e il funzionamento interno della scuola. E a questo fine abbiamo creduto di usare tre mezzi. In primo luogo, la riforma dei programmi […]. In secondo luogo, la concentrazione degli insegnamenti, affidando le materie affini allo stesso professore in guisa che diminuisse, di fronte allo stesso alunno, il numero degli insegnanti e quindi il pericolo e il danno del dissidio, della frammentarietà […]. In terzo luogo, l’esame di Stato, come s’è convenuto di chiamare l’esame di ammissione e di licenza ad ogni istituto. 
Giovanni Gentile, La riforma della scuola in Italia, [I ed. 1924], III ed. riv. e accr. a cura di H. A. Cavallera, Le Lettere, Firenze 1989, pp.163-164

Hervé A. Cavallera, già professore ordinario, ora onorario, di Storia della Pedagogia nell’Università del Salento, ove ha ricoperto le cariche di Direttore di Dipartimento, di Presidente di Corso di laurea, di Senatore accademico. È stato membro della Commissione ministeriale per la riforma della scuola durante il Ministero Moratti; consulente del Consiglio Nazionale delle Ricerche; coordinatore nazionale di alcuni Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) ed è tuttora, per il Ministero dell’Università, valutatore dei Progetti nazionali per la ricerca. È stato componente dei Comitati scientifici della “Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice”, della “Fondazione Giovanni Gentile per gli studi filosofici”, dell’ “Associazione di Studi Emanuele Severino”, dell’ “Associazione Internazionale di Ricerca Elémire Zolla”; socio del “Centro Italiano per la ricerca storico-educativa” (di cui è stato componente del Direttivo e attualmente socio onorario), del “Centro Interuniversitario di Bioetica e Diritti umani”, di cui è stato direttore, della “Società di Storia Patria per la Puglia”, di cui è vicepresidente, della “Società Italiana di Pedagogia”. Ha curato la pubblicazione delle “Opere complete” del filosofo Giovanni Gentile. Per la sua attività di studioso e per i suoi volumi ha ricevuto i seguenti premi: Stilo d’oro – X Premio Nazionale di Pedagogia (2000); XXXVIII Premio Lunigiana-Cinque Terre, sezione “saggistica” (2003); XXII “Premio Firenze” (2004); Premio “Capri-San Michele” (2007); XVIII Premio Internazionale di Pedagogia (2007), “Premio Internazionale Salvatore Valitutti” (2007). Presidente del Comitato scientifico del “Centro per la filosofia italiana”, è direttore di varie collane editoriali e componente di diversi comitati scientifici di riviste italiane e internazionali. È al momento autore di 83 volumi (33 monografie - tra le più recenti Storia delle dottrine e delle istituzioni educative, 2017, Il progetto di un mondo migliore. Il contributo degli illuministi salentini, 2023, Essere e tempo in Ugo Spirito, 2025 - 35 edizioni critiche; 15 curatele) e di centinaia di scritti scientifici apparsi su riviste italiane e internazionali. 


 

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