Giovanni Gentile. La politica e la morte
Hervé A. Cavallera
Come filosofo Gentile ha sostenuto la realtà del pensiero in atto, che è concepito come processo di particolarizzazione, cioè come passaggio dall'io al noi dall'io isolato, e quindi egoista ed egocentrico, a un noi che è un processo di apertura e di coinvolgimento generale. Da questo punto di vista egli ha studiato la storia d'Italia come farsi in azione e ha inteso la partecipazione dell’Italia alla Prima guerra mondiale come azione morale, sostenendo che combattere significava vincere il nemico esterno, cioè l’antica tradizione dell’italiano letterato, ma sostanzialmente scettico e incapace di impegnarsi civilmente e di prendere posizione.
Nel Manifesto degli intellettuali fascisti scrive che la politica deve avere un carattere morale e che il fascismo deve essere inteso come una realtà ideale a cui bisogna elevarsi superando le difficoltà personali e per quasto diventa un grande organizzatore di cultura.Gentile pensò di dare una struttura speculativa al fascismo e quindi attraverso il fascismo di dare una grande visone a quello che era il partito dominante in Italia.
Hervé A. Cavallera
Gentile è stato avverso alle leggi razziali e ha difeso e protetto gli ebrei, come documenta una lettera del filosofo Paul Oskar Kristeller, che, grazie a Gentile, riuscì ad espatriare in America e a salvarsi la vita, anche perché una filosofia dello spirito non poteva essere in alcun modo legata al concetto di razza, che è un concetto materialistico e chiaramente genetico.
Hervé A. Cavallera
Il Partito comunista con Togliatti si assunse da subito la responsabilità politica dell’assassinio di Gentile, un assassinio di carattere politico intellettuale, deciso molto probabilmente per stroncare un’egemonia culturale o anche per evitare che nel dopoguerra ci fosse un ingombrante personaggio a ricordare quanti dei prudenti del tempo fossero stati compromessi nel passato regime.
Hervé A. Cavallera
Lo Stato fascista dunque, a differenza di quello nazionalista, è una creazione tutta spirituale. Ed è Stato nazionale, perché la stessa Nazione, dal punto di vista del fascismo, si realizza nello spirito, e non è un presupposto. La Nazione non è mai fatta; e così pure lo Stato, che è la stessa Nazione nella concretezza della sua forma politica. Lo Stato è sempre in fieri. È nelle nostre mani, tutto. Quindi la nostra grandissima responsabilità.
Giovanni Gentile, Origini e dottrina del fascismo, I ed. 1934, in Politica e cultura, vol. I, a cura di H. A. Cavallera, Le Lettere, Firenze 1990, p. 404
Lo Stato – malgrado il suo nome! – non è nulla di statico. È un processo. La sua volontà è una sintesi risolutrice di ogni immediatezza. […] La guerra […] non deriva da un nostro inumano desiderio di solitudine. Gli altri, con cui sorge il disaccordo, sono i nostri collaboratori, e concorrono a formare quel patrimonio o sistema spirituale che è il nostro mondo. Causa della guerra è soltanto un dissenso; e fine di essa perciò non è altro che il superamento di tale dissenso: Dopo la guerra pertanto è naturale quel che accade di solito: un bisogno più forte e più vasto di fraternità e di solidarietà umana
Giovanni Gentile, Genesi e struttura della società, [I ed. 1946], le Lettere, Firenze 1987, pp. 103-104)
Hervé A. Cavallera, già professore ordinario, ora onorario, di Storia della Pedagogia nell’Università del Salento, ove ha ricoperto le cariche di Direttore di Dipartimento, di Presidente di Corso di laurea, di Senatore accademico. È stato membro della Commissione ministeriale per la riforma della scuola durante il Ministero Moratti; consulente del Consiglio Nazionale delle Ricerche; coordinatore nazionale di alcuni Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) ed è tuttora, per il Ministero dell’Università, valutatore dei Progetti nazionali per la ricerca. È stato componente dei Comitati scientifici della “Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice”, della “Fondazione Giovanni Gentile per gli studi filosofici”, dell’ “Associazione di Studi Emanuele Severino”, dell’ “Associazione Internazionale di Ricerca Elémire Zolla”; socio del “Centro Italiano per la ricerca storico-educativa” (di cui è stato componente del Direttivo e attualmente socio onorario), del “Centro Interuniversitario di Bioetica e Diritti umani”, di cui è stato direttore, della “Società di Storia Patria per la Puglia”, di cui è vicepresidente, della “Società Italiana di Pedagogia”. Ha curato la pubblicazione delle “Opere complete” del filosofo Giovanni Gentile. Per la sua attività di studioso e per i suoi volumi ha ricevuto i seguenti premi: Stilo d’oro – X Premio Nazionale di Pedagogia (2000); XXXVIII Premio Lunigiana-Cinque Terre, sezione “saggistica” (2003); XXII “Premio Firenze” (2004); Premio “Capri-San Michele” (2007); XVIII Premio Internazionale di Pedagogia (2007), “Premio Internazionale Salvatore Valitutti” (2007). Presidente del Comitato scientifico del “Centro per la filosofia italiana”, è direttore di varie collane editoriali e componente di diversi comitati scientifici di riviste italiane e internazionali. È al momento autore di 83 volumi (33 monografie - tra le più recenti Storia delle dottrine e delle istituzioni educative, 2017, Il progetto di un mondo migliore. Il contributo degli illuministi salentini, 2023, Essere e tempo in Ugo Spirito, 2025 - 35 edizioni critiche; 15 curatele) e di centinaia di scritti scientifici apparsi su riviste italiane e internazionali.