Alessandro Tessari. La filosofia di Raimondo Lullo 

Alle origini dell'intelligenza artificiale 

Nel video Alessandro Tessari, filosofo e politico italiano, intervistato nel giugno 2025, parla del filosofo teologo, mistico e missionario catalano Raimondo Lullo (Palma di Maiorca 1235 - forse Isola di Maiorca 1316), autore al quale ha dedicato numerose pubblicazioni. 

Raimondo Lullo ci ha lasciato centinaia di opere, tra le quali quelle che parlano dell’ars generalis che è ciò che oggi chiamiamo intelligenza artificiale, cioè la chiave per spiegare tutti i fenomeni complessi. Oggi è importante riscoprire Lullo, alla luce dell’interesse che noi abbiamo per l’intelligenza artificiale, perché le macchine che Lullo ha costruito nel suo secolo sono ruote concentriche sul cui bordo si può mettere un alfabeto e che facendo girare si possono ottenere infinite combinazioni e con cui si possono scrivere tutti i libri, fare tutte le domande e dare tutte le risposte, esattamente come si fa oggi con la rete e gli strumenti dell’intelligenza artificiale.   

Per fare ordine nel sapere bisogna poter ricondurre tutto ad una struttura e per secoli la struttura che aiutava la memoria è stato l’Albero di Porfirio, del quale si diceva che le radici, il tronco, i rami e le foglie mettessero in chiaro la quantità finita di informazioni. Con la rivoluzione informatica il mare delle informazioni è diventato infinito e in questo infinito abbiamo bisogno di un filo di Arianna per evitare di perderci, come succede in un labirinto: il filo di Arianna è dato da queste tecniche combinatorie.  
Lullo, pur essendo un filosofo di epoca medievale, non viene citato nei libri di filosofia medievale, ma in quelli sul Rinascimento, perché di lui parlavano i grandi filosofi come Giordano Bruno, Cartesio, Leibniz, Francesco Bacone, filosofi che sono i padri del pensiero scientifico moderno. 

Tutti inseguivano il sogno della clavis universalis, la chiave che permette di comprendere tutti i segreti, perché a quell’epoca era molto diffuso, anche tra gli uomini intelligenti e colti, il sospetto che ci fosse un sapere nascosto dietro il sapere esplicito e questo concetto di un sapere più segreto ha accompagnato anche i padri della scienza moderna. 

L’alchimia e la magia non appartengono al Medioevo ma al Rinascimento, perché si pensava che, una volta definito quello che si può sapere, ci sia un orizzonte al di là del quale è difficile andare e persino Newton ci ha lasciato tantissimi manoscritti di magia e alchimia. 

Oggi con la fisica quantistica sta ritornando in auge questa attenzione ai margini incerti che ci sono ai confini del nostro sapere scientifico.