Daniela Rebuzzi. Scienza e Meditazione

Intuizione, emozioni e spiritualità

Nel video Daniela Rebuzzi, professore Ordinario del Dipartimento di Fisica dell’Università di Pavia, parla del rapporto tra scienza e meditazione, tema della lezione che ha tenuto a Sarzana al Festival MythosLogos, Sapienza, filosofia e arte e cultura dell'antichità greca e latina, il 26 luglio 2025. 

In ambito scientifico tutto ciò che pertiene alla spiritualità e alla gestione della propria emotività è considerato qualcosa di non rilevante, mentre invece, in generale, in ambito yoga c’è molto rispetto della scienza, ma anche l’implicita convinzione che in qualche maniera la meccanica quantistica serva anche a supportare alcune intuizioni vecchie di millenni. 

Ho dovuto quindi riesaminare alcune mie convinzioni per cercare una possibilità di contatto tra scienza e spiritualità e questo ha richiesto un grande sforzo perché anche io, come molte persone di scienza, ero immersa nel paradigma materialistico e riduzionista, e rivedere queste mie convinzioni è stato un atto di profonda consapevolezza. 

Abbiamo coltivato con straordinaria intensità la mente calcolante, quella che misura, analizza e confronta. Ma nel farlo abbiamo smarrito quasi del tutto altre facoltà dell’essere, più sottili e silenziose — tra queste, l’intuizione. Un tempo essa era riconosciuta come la forma più alta del conoscere, poiché nasceva da un contatto diretto con la verità, non mediato dal pensiero. Oggi, invece, la si considera un residuo soggettivo, qualcosa di incerto o addirittura inutile. Così l’intuizione non partecipa più al nostro modo di intendere il sapere, né all’arte di vivere; eppure, in molte tradizioni ancora vive, come nella nostra antica sapienza, essa era la via più luminosa per attingere all’essenza delle cose


Già nel 1935 il filosofo Edmund Husserl metteva in guardia dal fatto di avere lasciato alla scienza le redini della nostra etica, ma la scienza è solo un utile paradigma che deve essere affiancato da approcci alternativi. In questa situazione non c’è da stupirsi che l’intelligenza artificiale faccia tanta paura perché se noi limitiamo le nostre capacità al potere calcolante della nostra mente allora è evidente che l’intelligenza artificiale possa riuscire a fare le cose meglio di noi. Il punto è che l’esperienza umana non è limitata alla mente razionale ma è molto più vasta. Bisogna riconquistare un piano ulteriore rispetto alla mente calcolante e operare una nuova sintesi, perché siamo esseri umani capaci mentre pensiamo di integrare emozioni, contemplazioni, esperienze olistiche, che, una volta lasciata andare la gabbia dell’io, ci aprono a vedere quella che è la vera realtà, ossia il fatto che siamo tutti collegati come parti di un unico ente di un’unica coscienza. 

Io vedo la mediazione come estremamente compensante rispetto al pensiero razionale che ci tritura e che, tra l’altro, è responsabile di alcune crisi di senso che stiamo vivendo, come la desacralizzazione della natura. Come scrisse il filosofo Henri Bergson, è come se questa scissione interiore tra la mente razionale e gli altri aspetti delle capacità umane ci abbia resi molto abili a pensare senza il supporto di una struttura etica che possa fare da contraltare. 

Sono convinta che la gran parte dei meditatori esperti possa aver fatto esperienza dell’esistenza dell’anima. In questo senso il loro approccio alla realtà è pienamente scientifico perché osservano in maniera acritica un aspetto della realtà e fanno esperienza di fatti che possono essere condivisi da persone con pari esperienza.
 

Si dovrebbe far tornare la scienza alla gloria degli albori, quando questa si occupava con modestia di guidare l’esperienza umana attraverso la realtà, che è sicuramente più complessa di qualsiasi mappa razionale. Credo che sia possibile arrivare ad una visione scientifica ampliata del mondo che restituisce dignità a tutto ciò che costituisce la nostra vasta esperienza, soprattutto agli aspetti non misurabili e non esprimibili in formule.

Daniela Rebuzzi (Milano, 9 giugno 1971) è Professore Ordinario di Fisica Sperimentale delle Interazioni Fondamentali all'Università di Pavia. L’ambito di ricerca in cui lavora è il settore di Higgs del Modello Standard delle particelle elementari. È autore di oltre 1200 articoli pubblicati su riviste internazionali e co-autore di quattro monografie (CERN Yellow Report) sul bosone di Higgs.