Carlo Galli. Tecnica
Una critica dell'intelligenza artificiale
La tesi è che si può arrivare ad un’interpretazione del significato complessivo dell’intelligenza artificiale solo se la si considera come tecnica e se si considera la tecnica a partire dalla nozione di natura umana e di società e dal fatto che essa è costitutiva della natura umana.Questo libro ha una spiegazione empirica nella contemporaneità, cioè nell’esplosione del fenomeno della cosiddetta intelligenza artificiale ed ha la finalità di trattare questo fenomeno come un aspetto un’evoluzione della tecnica, all’interno della storia della tecnica.
C’è una fase nell’età moderna nella quale la tecnica esplode, diventando il cuore della società, le innovazioni tecniche si succedono velocemente in quanto servono ad aumentare la potenza sia degli stati, in funzione del controllo del territorio, sia dei ceti borghesi. Inizia anche la critica della tecnica, da Leopardi, che capisce che la tecnica è una contraffazione dell’umanità, rispondente alle sue esigenze più banali, come quelle della produzione e del guadagno, al positivismo, che punta sulla tecnica come strumento di controllo sociale, a Marx, che capisce che la tecnica ha assunto una posizione dominante all’interno del sistema produttivo capitalistico, che attraverso l’innovazione della tecnica meccanica è esploso e dimostra come la macchina sia uno strumento per l’incremento della produttività e dello sfruttamento dell’operaio.La tecnica non è autonoma, ma è guidata dall’uomo, è il prodotto di decisioni assunte dai gruppi che detengono il potere per accrescerlo attraverso innovazioni tecniche, quindi è assolutamente umana.
Si tratta di macchine nutrite con una quantità impressionante di dati, conferiti dagli stessi esseri umani, che processati a velocità enorme, producono esiti statistici. La macchina è in grado di imitare davanti ad una domanda la risposta umana, con la differenza che gli esseri umani rispondono in modo diverso a seconda delle differenze culturali, sociali e di posizione all’interno delle strutture di potere della società, dando risposte non oggettive ma soggettive.Ci sono oggi posizioni apologetiche che presentano l’intelligenza artificiale, che è una tecnica elettronica, come un sostituto dell’umanità nella produzione di ordine, una sorta di liberazione di tutta la potenza che c’è nell’uomo, che diventerà capace di trasformare se stesso e la natura in potenza espansiva. Si sostiene citando Nietzsche che l’intelligenza artificiale produrrà superuomini.
Queste tesi devono essere criticate mostrando il sistema di potere che sorregge l’intelligenza artificiale, spiegando che cos’è l’intelligenza artificiale e come funziona.
Il pensiero umano è in grado di distinguere il gioco dall’attività seria e accompagna l’esperienza e il lavoro di ciascuno, mentre il computer non ha esperienza del mondo e non ha esperienza del lavoro.
Noi entriamo in un universo elettronico, in un secondo mondo, che non è un mondo prodotto da noi ma è un mondo riprodotto e se pensiamo che questo altro mondo sia il vero mondo diventiamo infinitamente subalterni e passivi e ci può essere fatto credere che questa passività sia la normalità, che la vita normale consista nell’essere asserviti alle logiche e ai linguaggi del computer.Per questo la questione della tecnica e dell’intelligenza artificiale contiene la questione della verità, il computer non sa che cos’è la verità. Quando Hegel dice che il vero è l’intero sta dicendo che la verità non sta nel cielo della metafisica o della religione, ma nella conoscenza di ciò che si fa e il computer non può capire questi concetti perché non fa niente, ma produce un risultato, un calcolo, un mondo elettronico in cui tutta la nostra esperienza viene trasformata in funzioni elettroniche.
Il problema di fondo allora non è la tecnica ma è il sistema concorrenziale capitalistico, lo stesso si dica per l’intelligenza artificiale utilizzata a scopi militari, l’intelligenza artificiale non fa la guerra ma aiuta a fare più efficacemente la guerra, che non viene fatta certamente per motivi tecnici, ma per motivi di politica di potenza.Entriamo in questo modo in una dimensione in cui la verità è scomparsa perché non c’è più nessuno dei parametri per distinguere il vero dal falso. Quando non si è più produttivi ma solo riprodotti non si può più parlare di vero e di falso, il mondo elettronico diventa l’unica dimensione esistente con un uomo ridotto ad una sola dimensione, quella elettronica.
Tutto questo processo non è naturale ma è voluto da soggetti fortissimi che sono quelli che producono l’intelligenza artificiale e che la diffondono.
La tecnica è dominante non in quanto tale, ma in quanto espressione della volontà di potenza dei gruppi di potere e genera nel resto della popolazione perdita di contatto con la realtà e passività.
La critica della tecnica sta nella politica, che è la volontà collettiva di uomini e donne di determinare il proprio destino comune e che, per esempio, potrebbe decidere l’ingresso degli stati democratici nelle grandi piattaforme di dati che al momento sono in mano ai privati.
Carlo Galli ha insegnato Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Bologna. È stato a lungo presidente della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna e direttore della rivista “Filosofia politica”. Ha ideato e dirige numerose collane scientifiche presso diversi editori, collabora con il quotidiano “La Repubblica”. I suoi interessi di ricerca riguardano in particolare la storia del pensiero politico moderno e contemporaneo; nei suoi studi ha analizzato le categorie politiche moderne (tra cui Stato, sovranità, rappresentanza, guerra) nella loro trasformazione storico-concettuale. Ha pubblicato volumi e saggi sulla Scuola di Francoforte, sui pensatori controrivoluzionari francesi, su Machiavelli, Thomas Hobbes, Hannah Arendt, Richard Strauss, Eric Voegelin, Karl Löwith, Ernst Jünger, Carl Schmitt, Ugo Grozio, Francisco de Vitoria, Ludovico Antonio Muratori, curando anche alcune edizioni e traduzioni dei testi. Le sue opere sono tradotte in inglese, francese, tedesco, spagnolo. Tra le sue pubblicazioni: Il disagio della democrazia (Torino 2011); I riluttanti. Le élites italiane di fronte alla responsabilità (Roma-Bari 2012); Itinerario nelle crisi (Milano 2013); Riforma costituzionale: le ragioni del No (Roma-Bari 2016); Democrazia senza popolo. Cronache dal Parlamento sulla crisi della politica italiana (Milano 2017); Marx eretico (Bologna 2018); Sovranità (Bologna 2019); Guerra (a cura di, Roma-Bari 2004, 20195); Forme della critica. Saggi di filosofia politica (Bologna 2020); Platone, la necessità della politica (Bologna 2021); Ideologia (Bologna 2022).