Davide Spanio. "Niente diviene al mondo"
L'eraclitismo di Gentile
Nel video Davide Spanio, docente di Filosofia teoretica Università Ca' Foscari di Venezia, intervistato il 18 ottobre 2025 a Frascati, nella sede dell’Accademia Vivarium novum, in occasione del Convegno internazionale Giovanni Gentile a 150 anni dalla nascita, espone i punti principali del suo intervento dal titolo “Niente diviene al mondo”. L’eraclitismo di Gentile.
La filosofia di Gentile non è una teoria intorno al divenire, intorno all’esperienza, ma è piuttosto quest’esperienza stessa, l’esperienza del divenire. Attraverso il ripensamento del parricidio platonico di Parmenide, Gentile evidenzia l'esperienza del divenire e il significato dello stare al mondo, provando a risemantizzare quella che Platone chiamava unità dell’essere e del non essere. Il nostro stare al mondo si riferisce proprio a questa unità che Gentile riconduce al divenire dell’atto pensante, cioè al divenire della coscienza che accompagna la nostra esperienza, che non è un’esperienza astratta, ma l’esperienza che noi siamo, in un’attualità, sottratta al flusso del tempo, che Gentile non esita a chiamare eterna.
Davide Spanio è professore associato di Filosofia teoretica presso il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Ultimo allievo diretto di Emanuele Severino che insegna a Ca’ Foscari, è membro del Consiglio Direttivo di ASES (Associazione Studi Emanuele Severino). Si occupa in particolare dei temi speculativi collegati al rapporto tra idealismo e metafisica classica, nel contesto della filosofia italiana del Novecento. Tra i suoi scritti, si segnala la curatela del volume Il destino dell'essere. Dialogo con Emanuele Severino (Morcelliana, 2014).
La filosofia di Gentile non è una teoria intorno al divenire, intorno all’esperienza, ma è piuttosto quest’esperienza stessa, l’esperienza del divenire. Attraverso il ripensamento del parricidio platonico di Parmenide, Gentile evidenzia l'esperienza del divenire e il significato dello stare al mondo, provando a risemantizzare quella che Platone chiamava unità dell’essere e del non essere. Il nostro stare al mondo si riferisce proprio a questa unità che Gentile riconduce al divenire dell’atto pensante, cioè al divenire della coscienza che accompagna la nostra esperienza, che non è un’esperienza astratta, ma l’esperienza che noi siamo, in un’attualità, sottratta al flusso del tempo, che Gentile non esita a chiamare eterna.
Se vogliamo restituire dignità ontologica, valore, significato e verità alla nostra esperienza, questa esperienza va interpretata, tradotta nei termini dell’atto del pensare, che non lascia fuori di sé nulla o lascia fuori di sé soltanto il nulla, con tutte le questioni che si addensano intorno a questo tema.L’immanentismo gentiliano va interpretato come una semantizzazione dell’essere che attraversa il nulla tornando a se stesso, in un processo soggettivo dell’attività del pensare. Un immanentismo che non rinuncia alla pienezza di un contenuto che rinvia alle cose più concrete che noi possiamo immaginare.
Gentile è un grande pensatore del nulla, perché è un grande pensatore dell’essere, di quell’essere che non lascia fuori di sé il nulla.
Davide Spanio è professore associato di Filosofia teoretica presso il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Ultimo allievo diretto di Emanuele Severino che insegna a Ca’ Foscari, è membro del Consiglio Direttivo di ASES (Associazione Studi Emanuele Severino). Si occupa in particolare dei temi speculativi collegati al rapporto tra idealismo e metafisica classica, nel contesto della filosofia italiana del Novecento. Tra i suoi scritti, si segnala la curatela del volume Il destino dell'essere. Dialogo con Emanuele Severino (Morcelliana, 2014).