Albert Camus e il senso dell'assurdo
Un percorso umano e letterario
Un ritratto a più voci di Albert Camus e della sua produzione letteraria da La peste a Lo straniero, che ne sottolinea le caratteristiche umane e morali. Sul tema del male la valutazione di Camus non diverge da quelle di Sartre, mentre sul tema della libertà la distanza tra i due è profonda: per Sartre la libertà dipende da ragioni politiche, sociali e economiche, mentre Camus, che rientra a pieno titolo nella tradizione dei grandi moralisti francesi, ritiene che ciascuno abbia di fatto la sua libertà morale.
Il mio regno è di questo mondo, e il mondo ha un rovescio e un dritto. Si tratta di non evadere da questa struttura di tenebre e di luce, di prigioni e di mare, di morte e di sole folgorante, di negativo e di positivo.
Albert Camus nasce a Mondovi Algeria, il 7 novembre, 1913. Rimasto orfano di padre, morto nella battaglia della Marna, ha un'infanzia di stenti. Studia con profitto, ma non riesce a terminare negli studi universitari per il cattivo stato di salute e i problemi economici. Lavora come commerciante, commesso, impiegato, attore nella compagnia di Radio Algeri. Comincia a scrivere, prima ad Algeri, dove pubblica i primi saggi, poi a Parigi. Antifascista e aderente al partito comunista fin dal 1934, partecipa in Francia attivamente alla Resistenza ed è redattore e direttore di Combat (1944-48); intanto pubblica i romanzi Lo straniero (1942) e La Peste (1947), i drammi Le Malentendu e Caligula (1944), il saggio sull'assurdo Le mythe de Sisyphe (1944), le Lettres à un ami allemand (1945). Scrive i saggi L'Homme révolté (1951), i racconti La Chute (1956) e L'Exil et le Royaume (1957), le "cronache" Actuelles I, II, III (1950-1958). Nel 1957 riceve il premio Nobel per la Letteratura. Muore in un incidente automobilistico il 4 gennaio 1960 a Villeblevin.