Alda Merini: un amico è meglio di un amante

Un frammento di un'intervista alla poetessa

Novant'anni fa nasceva Alda Merini, una delle voci poetiche più alte ed originali della scena letteraria italiana. La sua stessa esistenza è stata un complesso e continuo intreccio di passioni e poesia, che la sua vastissima produzione riflette pienamente. L'esperienza personale di Alda Merini è stata segnata da realtà traumatiche, fra le quali spicca in maniera drammatica quella del ricovero manicomiale, che lei racconta in molte sue pagine. Alla luce del suo percorso artistico e umano, le riflessioni contenute in questa intervista - realizzata poco prima della sua morte - appaiono oggi ancora più intime e toccanti. L'amicizia per Alda Merini sembra avere un valore profondissimo e una purezza di intenti superiore a ogni altro sentimento. 

È più interessante, è più importante avere un amico che un amante.

Alda Merini nasce a Milano il 21 marzo 1931. Esordisce con due liriche pubblicate nell'Antologia della poesia italiana 1909-1949 di Giacinto Spagnoletti (1950); nello stesso periodo frequenta Giorgio Manganelli e Salvatore Quasimodo. Al 1953 risale il suo primo volume di versi, La presenza di OrfeoTu sei Pietro (1961) è seguito da un silenzio artistico durato vent'anni (durante i quali subisce diversi ricoveri manicomiali). Nel 1984 pubblica La Terra Santa, nel 1986 L'altra verità. Diario di una diversa (1986). Con Ballate non pagate (1995) vince il premio Viareggio. Tra gli altri libri: Clinica dell'abbandono (2003), in due volumi; Nel cerchio di un pensiero (teatro per voce sola) (2005); La carne degli angeli  (2007). Autrice anche di prose (tra le quali Delirio amoroso, 1989; La vita facile, 1996, muore a Milano il 1 novembre 2009.