Amos Oz: la rivoluzione è fuoco e fiamme

Lo scrittore israeliano sul concetto di rivoluzione

Lo scrittore israeliano Amos Oz invita a stare alla larga da tutte le rivoluzioni e dal loro inevitabile portato violento. Per quanto riguarda la sua vita personale, Oz ha compiuto una rivoluzione a quindici anni ribellandosi al padre: guidare trattori in un kibbutz, cambiare cognome, diventare socialista sono stati i mezzi attraverso cui si è opposto alla figura paterna (con l'humour che lo contraddistingueva, Oz aggiunge, avrei voluto anche diventare alto perché lui era basso, ma non ci sono riuscito). L'intervista è stata fatta a Taormina, al festival Taobuk, nel giugno 2018 ed è una delle ultime interviste video a questo grande autore scomparso il 28 dicembre 2018.  

Per me la rivoluzione significa fuoco, significa fiamme. Bisognerebbe fare di tutto per evitarla

Amos Oz nasce a Gerusalemme il 4 maggio 1939. Insegna Letteratura all’Università Ben Gurion del Negev. Con Feltrinelli ha pubblicato: Conoscere una donna (2000), Lo stesso mare (2000), Michael mio (2001), La scatola nera (2002), Una storia di amore e di tenebra (2003), Fima (2004), Contro il fanatismo (2004), D’un tratto nel folto del bosco (2005), Non dire notte (2007), La vita fa rima con la morte (2008), Una pace perfetta (2009), Scene dalla vita di un villaggio (2010, premio Napoli), Una pantera in cantina (2010), Il monte del Cattivo Consiglio (2011, premio Tomasi di Lampedusa 2012), Tra amici (2012; "Audiolibri Emons-Feltrinelli", 2013), Soumchi (2013), Giuda (2014), Gli ebrei e le parole. Alle radici dell’identità ebraica (2013; con Fania Oz-Salzberger) Altrove, forse (2015), Tocca l'acqua, tocca il vento (2017) e Cari fanatici (2017), Finché morte non sopraggiunga (2018). Nella collana digitale Zoom ha pubblicato Si aspetta (2011) e Il re di Norvegia (2012). Ha vinto i premi Catalunya e Sandro Onofri nel 2004, Principe de Asturias de Las Letras e Fondazione Carical Grinzane Cavour per la Cultura Euromediterranea nel 2007, Primo Levi e Heinrich Heine nel 2008, Salone Internazionale del libro nel 2010, il Premio Franz Kafka a Praga nel 2013. I suoi lavori sono stati tradotti in oltre quaranta lingue.