Andrea Zanzotto, la poesia mia difesa
Con Giorgio Albertazzi e un gruppo di studenti
Andrea Zanzotto nasce a Pieve di Soligo nel 1921. Partecipa alla Resistenza nella file di Giustizia e Libertà, occupandosi del settore stampa e propaganda. A guerra finita emigra in Svizzera e in Francia per un anno, rientrando alla fine del 1947 e ripartendo dalla scuola, dove ha iniziato l'insegnamento poco prima della guerra. Per la sua produzione artistica, cominciata in giovane età, è decisiva la partecipazione, nel 1950, al premio San Babila. La giuria, composta dai più grandi poeti italiani dell'epoca (Ungaretti, Montale, Quasimodo, Sinisgalli e Sereni), gli attribuisce il primo premio per una serie di scritti poetici che saranno pubblicati un anno dopo con il titolo Dietro il paesaggio. L'esperienza partigiana e l'attaccamento al suo territorio ed al suo passato ne segnano l'opera, tornando attraverso i temi sociali, politici e ambientali.Che sarà della neve
che sarà di noi?
Una curva sul ghiaccio
e poi e poi... ma i pini, i pini
tutti uscenti alla neve, e fin l'ultima età
circondata da pini. Sic et simpliciter?
E perché si è - il mondo pinoso il mondo nevoso -
perché si è fatto bambucci-ucci, odore di cristianucci,
perché si è fatto noi, roba per noi?
E questo valere in persona ed ex-persona
un solo possibile ed ex-possibile?
Hölderlin: "siamo un segno senza significato":
ma dove le due serie entrano in contatto?
Ma è vero? E che sarà di noi?
E tu perché, perché tu?
E perché e che fanno i grandi oggetti
e tutte le cose-cause
e il radiante e il radioso?
Il nucleo stellare
là in fondo alla curva di ghiaccio,
versi inventive calligrammi ricchezze, sì,
ma che sarà della neve dei pini
di quello che non sta e sta là, in fondo?