Antonio Debenedetti: le mie prime letture

Da Salgari a Moravia

Antonio Debenedetti racconta di essere cresciuto in una casa "foderata di libri" e di essere andato in giro da bambino con i romanzi di Salgari, prima di imparare a leggere, chiedendo alla sorella, alla nonna, alla madre di leggerglieli ad alta voce. Dopo Salgari e la sua "brutta scrittura ma comunicativa" c'è stata la passione per Moravia, per le sue donne con "i polpacci forti", poi quella per i romanzi francesi. A scuola andava male perché era distratto da altro, indisciplinato, s'innamorava continuamente. Per lui i romanzi sono stata la vera scuola, si è formato da autodidatta.

Uno dei libri che più ho amato come racconto, come suspense, nella mia vita è stato Il conte di Montecristo. Più volte l'ho lasciato per l'angoscia di finirlo

Antonio Debenedetti (Torino, 1937) vive e lavora a Roma. Scrittore e critico letterario, collabora con il Corriere della Sera dal 1963, oltre a essere stato tra gli autori di programmi radiofonici e televisivi sui libri. È autore di romanzi e raccolte di racconti tra cui: Monsieur Kitsch. Racconti (1972), In assenza del signor Plot (1976), Ancora un bacio (1981), Spavaldi e strambi (1987), Se la vita non è vita (1991, Premio Viareggio), Racconti naturali e straordinari (1993, Premio Selezione Campiello), Giacomino (1994), Un giovedì, dopo le cinque (2000, finalista Premio Strega) E fu settembre (2005), Il tempo degli angeli e degli assassini (2011).