Antonio Pennacchi, Canale Mussolini parte seconda

In ricordo del creatore della saga dei Peruzzi

La caduta del fascismo vista da Latina e vista dalla famiglia Peruzzi: le oltre quattrocento pagine di Canale Mussolini parte seconda di Antonio Pennacchi sono un formidabile racconto di storia patria. Se la saga dei Peruzzi, venuti dal Veneto nell’Agro pontino, dispersi dai tedeschi in ritirata e poi tornati a ripopolare il capoluogo è ricca di sviluppi appassionanti (amori coniugali e extra, nascite, scontri, e un eroe su tutti, il Diomede che apre il libro svuotando il caveau della Banca d’Italia), altrettanto lo sono la descrizione della Resistenza nelle varie regioni e quella della fine del Duce. Si sente nel romanzo l’esigenza di chiamare per nome i caduti di un fronte e dell’altro, le vittime per lo più innocenti della guerra che si è combattuta dopo la fuga di Mussolini e del re. Pennacchi ricostruisce le stragi fatte in nome dell’ideologia o semplicemente del risentimento privato nel corso della guerra civile, sottolinea il concetto di responsabilità individuale, distingue tra chi ha dato la vita per la causa e i compagni e chi ha dato libero sfogo alla sua crudeltà. Particolare rilievo hanno nel libro le figure femminili: dal ritratto di Claretta Petacci, decisa a morire con il suo uomo e gelosa fino all’ultimo delle sue molteplici distrazioni, a quello delle fantastiche zie del narratore, Zia Pace, stufa di fare figli, zia Alfea che fa da madre a tutti i nipoti, zia Armida circondata di api. Nel suo intervento, Antonio Pennacchi ci ha parlato del suo  rapporto con Canale Mussolini e il suo seguito, della sua visione della guerra civile e della sua voglia di tornare in futuro a raccontare i Peruzzi e la loro Latina.

Per la fame. Siamo venuti giù per la fame. E perché se no? Se non era per la fame restavamo là. Quello era il paese nostro. Perché dovevamo venire qui? Lì eravamo sempre stati e lì stavano tutti i nostri parenti. Conoscevamo ogni ruga del posto e ogni pensiero dei vicini. Ogni pianta. Ogni canale. Chi ce lo faceva fare a venire fino qua? - Antonio Pennacchi, incipit di Canale Mussolini

Antonio Pennacchi è nato nel 1950 a Latina, dove vive. Ha pubblicato per Mondadori i romanzi Mammut (2011), Canale Mussolini (2010, premio Strega), Il fasciocomunista (2003, premio Napoli), da cui è stato tratto il film Mio fratello è figlio unico, e i racconti di Shaw 150. Storie di fabbrica e dintorni (2006). È autore anche di Camerata Neandertal (Baldini & Castoldi, 2014), Storia di Karel (Bompiani, 2013), Palude (Dalai, 2011), Fascio e martello - Viaggio per le città del Duce (Laterza, 2008). Collabora a "Limes". Il 3 agosto 2021 è morto a Latina.