Jorge Luis Borges raccontato da sua madre

Un ritratto intimo del grande scrittore argentino

Jorge Luis Borges e Leonor, sua madre, ricordano il periodo dell'infanzia dello scrittore: il primo racconto, La víscera fatal, scritto all’età di sei anni in spagnolo antico, la passione per la lettura e i lunghi viaggi intrapresi inseguendo i vari incarichi universitari, quando l’incipiente cecità già gli imponeva un’assistenza continua. Il poeta di Fervore di Buenos Aires (1923) e di Luna di fronte (1925) parla della lettura come esperienza viva, che lo libera dal grigiore della vita e dall’oscurità che lo tormenta. Anche il racconto fantastico è un’alternativa alla realtà, è il privilegio dello scrittore di poter confondere il limite effettivo tra ciò che è vero e ciò che non lo è, inducendo il lettore a pensare che questo gioco della fantasia appartenga a chi lo ha concepito. La capacità di trasformare il suo male in forza espressiva e in metafora letteraria permette a Borges di pubblicare opere di grande successo, che si concentrano spesso sulla finzione, sull’invenzione di trame solo apparentemente corrispondenti all’esperienza vissuta, quali la biografia inventata in Evaristo Carrigo (1930) e l’enciclopedia sognata del romanzo Finzioni (1944).

Per me la lettura di un libro è un'esperienza molto viva, i libri hanno influito per me non meno delle persone che ho incontrato nella mia vita.

 

Jorge Luis Borges nasce il 24 agosto 1899 a Buenos Aires. Di famiglia benestante e colta, Borges impara a parlare prima in inglese e poi in castigliano. Nel periodo in cui si combatte la Prima Guerra Mondiale vive prima in Svizzera, poi in Spagna. Tornato in Argentina, tra il 1924 e il 1927 collabora a Martín Fierro, rivista d'avanguardia che determina il movimento detto "martinfierrista". Borges lavora come bibliotecario e si avvicina alla filosofia idealistica. Conosce A. Bioy Casares e insieme compiono quelle che egli stesso definisce più tardi "svariate imprese letterarie". Inizia a insegnare. A seguito di un incidente comincia a perdere la vista, fino alla cecità. Muore a Ginevra il 14 giugno 1986.