Cavalleria: la cultura cortese

L'amore e l'onore

Sulla scorta di immagini di fiction sulla civiltà cortese, Stefano Gasparri, professore di Storia medioevale all'Università di Genova, ricordando che il termine cortesia deriva da corte, colloca le radici di questo modello culturale in Provenza, dove si incontrano "trovatori e materia di Bretagna". Prendendo poi spunto da alcune sequenze tratte da Lancillotto e Ginevra di Robert Bresson (1974), Gasparri si sofferma sui temi dell'amor cortese e dei valori aristocratici nei romanzi cavallereschi. Mentre le immagini si soffermano su codici miniati, arazzi e pitture, la voce fuori campo legge dei versi che appartengono alla più celebre poesia trobadorica. Dopo un nuovo intervento del professor Gasparri sul legame tra nobiltà e cavalleria, si passa a un'intervista a Gherardo Ortalli, ordinario di Storia medioevale all'Università di Venezia, che approfondisce il tema della corte come emblema della "civiltà delle buone maniere". Il valore della "curialitas", espressione dell'uomo che "sa stare in società", è un modello che avrà successo fino al pieno Rinascimento: ne è un celebre esempio Il Cortegiano di Baldassarre Castiglione, scritto nel 1528.

Il termine cortesia deriva da corte, e in effetti la cultura cortese si sviluppò nelle corti della Francia meridionale, centrale e anche settentrionale, sono le corti di Provenza, di Angiò, di Normandia, sono corti principesche nelle quali l'influenza della cultura della Francia meridionale, della cultura dei trovatori, la lirica d'amore dei trovatori e la cultura invece che veniva dalla Bretagna, le storie di re Artù e i cavalieri della tavola rotonda si incontrano e producono questo complesso tessuto culturale che va sotto il nome di cultura cortese - Stefano Gasparri

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