Claudio Magris: i miei Meridiani
Una riflessione sulla letteratura
la letteratura deve avere sempre la coscienza della propria inadeguatezza rispetto all'esistenza
Claudio Magris nasce a Trieste il 10 parile 1939. Insegna letteratura tedesca prima presso l'Università di Torino, poi presso quella di Trieste. Impostosi giovanissimo all'attenzione della critica con Il mito Absburgico nella letteratura austriaca moderna (1963, elaborazione della tesi di laurea), è stato fra i primi a rivalutare il filone letterario di matrice ebraica all'interno della letteratura mitteleuropea con Lontano da dove, Joseph Roth e la tradizione ebraico-orientale(1971). Con Danubio (1986) vince il Premio Bagutta nel 1986. Nel 1997 vince il Premio Strega con il romanzo Microcosmi. Scrive per il Corriere della Sera. Torna alla saggistica con Utopia e disincanto (1999), raccolta di brevi saggi e articoli giornalistici scritti tra il 1974 e il 1998; L’infinito viaggiare (2005), sorta di diario, tra racconto e riflessione, che riprende il tema del viaggio; La storia non è finita (2006), scritti su etica, politica, laicità, dialogo e tolleranza. Tra le opere narrative anche Alla cieca (2005). Per il teatro scrive Stadelmann (1988), La mostra (2001) e il monologo Lei dunque capirà (2006). Da ricordare anche il saggio, scritto in collaborazione con Angelo Ara, Trieste. Una identità di frontiera (1982), affettuoso ritratto della propria città natale.
Del 2007 Un altro mare (Garzanti); del 2008 La storia non è finita. Etica, politica, laicità (Garzanti), Alfabeti. Saggi di letteratura (Garzanti); del 2009 il saggio Il mito asburgico nella letteratura austriaca moderna (Einaudi). Nel 2010 ha pubblicato con Stefano Levi della Torre Democrazia, legge e coscienza (Codice edizioni). Nel 2011 esce per Garzanti Livelli di guardia. note civili (2006-2011); nel 2015 pubblica La letteratura è la mia vendetta insieme con Mario Vargas Llosa per Mondadori e Non luogo a procedere per Garzanti che lo fa eleggere autore dell'anno 2015 per La lettura.