I luoghi di Raffaele La Capria

Michela Monferrini, Conosco un altro mare

Intervista a Raffaele La Capria sul libro Conosco un altro mare dedicato da Michela Monferrini ai luoghi di questo scrittore. Monferrini (che interviene in chiusura del filmato raccontando la sua precoce scoperta di La Capria, di cui si definisce una sorta di lettrice staller) ripercorre tutta la scrittura di La Capria attraverso la chiave dell’acqua e del mare, un mare spesso subacqueo, in una sorta di viaggio nei luoghi attraverso le opere più significative dello scrittore napoletano da Ferito a morte a Colapesce da La neve del Vesuvio a Capri e non più Capri. Un percorso attraverso i luoghi abitati, attraversati o stranamente incantati: dal palazzo Donn’Anna a picco sul mare, alle ville di Posillipo, dalla Villa Comunale alla Stazione Zoologica, fino a Positano e alle isole di Capri e Ischia, con una continua interferenza di altri autori che quei luoghi hanno raccontato come Goethe, Schiller, Benedetto Croce, Carlo Levi. Conosco un altro mare,una sorta di guida turistica e letteraria, si chiude con indicazioni pratiche per il lettore e il viaggiatore appassionato. Raffaele La Capria racconta a Rai Letteratura le impressioni su questo libro e ricorda il rapporto che lo legava ad Anna Maria Ortese che lo invitava a restare attaccato all’idea di mare: “resta vicino all’idea del mare, voglio dire del mondo come acqua” scriveva a La Capria in una lettera citata in epigrafe a Conosco un altro mare.

Io mi identifico con la natura e lo stile dei libri che scrivo quando tocca il mare diventa uno stile mimetico che vuole essere all'altezza della bellezza della natura

Michela Monferrini, nata a Roma nel 1896, appassionata lettrice delle opere di La Capria, è stata finalista al premio Subway nel 2005 con una poesia che traeva ispirazione dall’incipit di Ferito a morte. È stata finalista anche al premio Campiello Giovani nel 2008 e al premio Calvino nel 2012. Ha curato Quasi un racconto. La narrativa di Antonio Debenedetti (2009) e La letteratura è un cortile di Walter Mauro (2011).

Raffaele La Capria nasce a Napoli l’ 8 ottobre 1922. Dopo essersi laureato in giurisprudenza all'Università di Napoli nel 1947 e dopo aver soggiornato in Francia, Inghilterra e Stati Uniti, nel 1950 si trasferisce a Roma. Nel 1957 frequenta a Harvard l'International Seminar of Literature. Collabora alle pagine culturali del Corriere della Sera; dal 1990 è condirettore della rivista letteraria Nuovi Argomenti. È autore di radiodrammi per la Rai. È stato anche co-sceneggiatore di molti film di Francesco Rosi, tra i quali Le mani sulla città (1963) e Uomini contro (1970) e ha collaborato con Lina Wertmüller alla sceneggiatura del film Ferdinando e Carolina. Ha esordito con il romanzo Un giorno d'impazienza nel 1952. Il suo secondo libro, Ferito a morte, è uscito quasi dieci anni dopo, nel 1961, vincendo il premio Strega. Nel 1982 ha raccolto i tre romanzi Un giorno d'impazienza, Ferito a morte e Amore e psiche (1973) nel volume Tre romanzi di una giornata. Ha pubblicato anche raccolte di racconti come La neve del Vesuvio, Fiori giapponesi (1979), il racconto Colapesce (1997) e si è dedicato molto alla saggistica, pubblicando, tra gli altri, False partenze (1964), Il sentimento della letteratura (1997) e un'autobiografia, Cinquant'anni di false partenze (2002). Altri suoi scritti (come le raccolte La mosca nella bottiglia, Lo stile dell'anatra e La bellezza di Roma) sono di tipo civile. Nel 2003 le opere di Raffaele La Capria sono state pubblicate in un volume della prestigiosa collana "I Meridiani", a cura di Silvio Perrella; una nuova edizione riveduta e aggiornata, in due volumi, è stata pubblicata nel 2015. La Capria ha anche tradotto opere per il teatro di autori come Jean-Paul Sartre, Jean Cocteau, T. S. Eliot, George Orwell.