Vincenzo Consolo e il ritorno in Sicilia

Una lucida analisi sulle condizioni della sua terra

Il desiderio di raccontare la realtà siciliana spinge Vincenzo Consolo a tornare in Sicilia dopo il servizio militare: qui insegna nelle scuole agrarie per cinque anni. Conosce Lucio Piccolo; comincia a collaborare all'Ora di Palermo e scrive il suo primo libro, La ferita dell'aprile (Mondadori 1963). Lo manda a Sciascia con una lettera dichiarando il debito nei suoi confronti. I suoi due punti di riferimento sono molto lontani: Piccolo, poeta puro, Sciascia, scrittore impegnato. Cerca di conciliare questi due opposti nella sua opera.  

Chi ha uso di ragione sa che la mafia è nata in Sicilia per il ritardo storico in cui l'isola è stata tenuta, per l'ingiustizia a danno di essa costantemente perpetrata da dominazioni, governi, da ottuse cieche caste di privilegio e sopruso; la mafia si è sviluppata con l'abbandono, con l'assenza dello Stato, con la connivenza, con l'aiuto di regimi politici, di poteri statali insipienti o corrotti.


Vincenzo Consolo nasce a Sant’Agata di Militello (Messina) nel 1933, vive e lavora a Milano fin dagli anni cinquanta. 
Terminati gli studi di giurisprudenza tra Milano, dove studia all’Università Cattolica, e Messina, dove si laurea con una tesi in Filosofia del Diritto, insegna nelle scuole agrarie in Sicilia, tornando poi nel capoluogo lombardo per lavorare in RAI. Esordisce nel 1963 con La ferita dell’aprile. Nel 1976 pubblica Il sorriso dell’ignoto marinaio, il suo capolavoro. Altrettanto significativi sono Retablo (Palermo,1987), Nottetempo, casa per casa (Milano, 1992), L’olivo e l’olivastro (Milano, 1994), Lo Spasimo di Palermo (Milano, 1998), Di qua dal faro. 
Tra i racconti: Le pietre di Pantalica (Milano,1988), Per un po’ d’erba ai limiti del feudo (in Narratori di Sicilia a cura di L. Sciascia e S. Guglielmino, Milano, 1967), Un giorno come gli altri (in Racconti italiani del Novecento a cura di E. Siciliano, Milano, 1983), il racconto teatrale Lunaria (Torino, 1985) . Tra i saggi:
Nfernu veru. Uomini e immagini dei paesi dello zolfo (1985), 
La pesca del tonno in Sicilia ( Palermo 1986), 
Il barocco in Sicilia ( Milano, 1991), 
Vedute dallo stretto di Messina (Palermo, 1993). Muore a Milano il 21 gennaio 2012.