Giancarlo De Cataldo: perché racconto il male
I personaggi e l'osservazione della realtà
Giancarlo De Cataldo, magistrato e scrittore, autore di Romanzo criminale e sceneggiatore del film Noi credevamo, diretto da Mario Martone, in questo filmato spiega come i temi dei suoi libri nascano dall'osservazione della realtà. Parla poi del male, che è una presenza invasiva nelle nostre esistenze e del sottile crinale che separa ognuno di noi dall'abisso. Non esistono criminali predestinati, è facilissimo cadere, soprattutto per i giovani.
In Romanzo criminale c'è un personaggio che è quello del Freddo - un personaggio che io ho amato istintivamente mentre scrivevo e per il quale ho provato anche un percorso di identificazione personale - che è un ragazzo fornito di una fortissima carica etica, che ha un suo codice morale, che sarebbe potuto diventare un eccellente ufficiale in un esercito o un dirigente d'azienda o un samurai. Ha scelto di mettere queste sue qualità di rispetto della parola data un po' antiche al servizio dell'arricchimento personale, della conquista del potere e quindi del crimine organizzato.
Giancarlo De Cataldo, magistrato, è nato a Taranto e vive a Roma. È autore del fortunato Romanzo criminale (2002) e di Suburra (quest’ultimo con Carlo Bonini, 2013), diventati film e serie di culto. I traditori (2010), Trilogia criminale (2009), Io sono il Libanese (2012), Il combattente. Come si diventa Pertini (2014) sono alcuni dei suoi titoli più noti. Sue alcune sceneggiature per il cinema e la televisione. Firma de La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Messaggero, La Repubblica, scrive testi e soggetti per il teatro e per il piccolo e grande schermo.