Giorgio Albertazzi e Vittorio Sereni

Incontro con gli studenti

Giorgio Albertazzi, in un prezioso filmato d’archivio, introduce Vittorio Sereni, uno dei protagonisti più significativi della poesia italiana del Novecento. Nella lettura di alcuni versi del poeta si alternano Albertazzi, lo stesso Sereni e i giovani presenti. "Fare poesia non è un atto felice, si scrive per sottrarre qualcosa alla negatività...Si fanno versi per scrollare un peso": queste le parole usate da Sereni per esprimere la sua concezione della poesia e, in generale, della scrittura come atto che nasce dall’esigenza di estinguere un debito verso ciò che si è vissuto e che si vorrebbe salvare dall’oblio e dal caso. La poetica di Sereni, vicina in una prima fase a quella dell’ermetismo, fu fortemente influenzata dall`esperienza drammatica della guerra e della prigionia. L'incontro si apre con la lettura che fa Albertazzi della poesia I versi dagli Strumeni umani:

Se ne scrivono ancora.
Si pensa ad essi mentendo
ai trepidi occhi che ti fanno gli auguri
l’ultima sera dell’anno.
Se ne scrivono solo in negativo
dentro un nero di anni
come pagando un fastidioso debito
che era vecchio di anni.
No, non era più felice l’esercizio.
Ridono alcuni: tu scrivevi per l’arte.
Nemmeno io volevo questo che volevo ben altro.
Si fanno versi per scrollare un peso
e passare al seguente. Ma c’è sempre
qualche peso di troppo, non c’è mai
alcun verso che basti
se domani tu stesso te ne scordi. 

Vittorio Sereni nasce a Luino, sul Lago Maggiore, il 27 luglio 1913. Passa l’adolescenza a Brescia poi, per esigenze lavorative del padre Enrico, funzionario di dogana, si trasferisce a Milano dove si laurea nel 1936 con una tesi in Estetica sulla poetica di Gozzano. Durante il periodo universitario stringe legami con Antonia Pozzi, Luciano Anceschi, Remo Catoni, Enzo Paci. Si. Nel 1937 comincia insegnare nelle scuole superiori e dopo due anni riceve una cattedra definitiva a Modena, dove si trasferisce con la moglie Maria Luisa Bonfanti. Nel 1938 diviene redattore della rivista Corrente di Vita Giovanile fondata da Ernesto Treccani. Viene chiamato alle armi nel 1940, dapprima sul fronte francese, poi è destinato in Grecia per raggiungere l’Africa ed infine preso in forza alla Divisione Pistoia per proteggere il fronte siciliano a Trapani. Nel luglio 1943 è fatto prigioniero con il suo reparto dagli Alleati sbarcati in forze in Sicilia. Fino al 1945 trascorre il suo tempo in prigionia tra Algeria e Marocco francese. Con il ritorno in patria si trasferisce con la famiglia (è nata anche la figlia Maria Teresa) nella casa paterna di Milano e riceve l’incarico presso l’Ufficio scuole private al Provveditorato agli Studi di Milano per poi essere incaricato alla cattedra di italiano nel liceo classico Carducci di Milano. Nel 1947 arriva Silvia, la secondogenita. Collabora in qualità di redattore presso il Giornale di Mezzogiorno, diretto da Riccardo Lombardi, ed entra nella redazione della rivista Rassegna d’Italia diretta da Sergio Solmi, stringendo amicizia con Umberto Saba. Nel 1952 lascia l’insegnamento per entrare nella grande industria Pirelli alla direzione dell’ufficio stampa e propaganda, pubblicando un’importante rivista Pirelli. Nasce nel 1956 la terza figlia Giovanna. Nel 1958 la Mondadori accoglie nel suo organico Sereni come direttore editoriale, lavoro che lo impegnerà fino al giorno della sua morte. Il suo esordio poetico avviene nel 1941 con la raccolta Frontiera (edizioni Corrente), volume ampliato poi nel 1942 presso l’editore Vallecchi con il titolo Poesie. Nel Diario d’Algeria (1947, Vallecchi) rende in versi la cronaca della prigionia nordafricana ponendola come allegoria esistenziale e storica. Nel 1965, insieme alla seconda edizione di Diario d’Algeria pubblicata da Mondadori, viene pubblicata da Einaudi la nuova raccolta lirica Strumenti umani. Seguiranno anni di lavoro intenso alla casa editrice prima di avere la nuova ed ultima raccolta Stella variabile (1981, Garzanti), riflessione amara sulle occasioni perdute della vita. In questo stesso anno pubblica con Einaudi il quaderno di traduzioni Il musicante di Saint-Merry e altri versi tradotti, con il quale si aggiudica il premio Bagutta. Muore a Milano il 10 febbraio 1983.