Giorgio Caproni e la sua calma disperazione

Un ritratto di Guido Davico Bonino

Un ritratto del poeta Giorgio Caproni a cura del critico letterario Guido Davico Bonino. Luciano Virgilio legge  da Finzioni "Due donne che sanno"; da Il passaggio d'Enea, "Le giovinette così nude e umane"; da Il seme del piangere, "L'uscita mattutina"; da Congedo del viaggiatore cerimonioso l'omonima lirica e "I ricordi". 

Sono donne che sanno
così bene il mare
che all'arietta che fanno
a te accanto al passare
senti sulla tua pelle
fresco aprirsi di vele
e alle labbra d'arselle
deliziose querele.

Giorgio Caproni nasce a Livorno il 7 gennaio 1912. Dal 1922 vive a Genova, sua città adottiva. Lavora come violinista, commesso, impiegato, maestro elementare. Durante la Seconda Guerra Mondiale partecipa alla Resistenza in Val Trebbia; dal '45 alla morte trascorre la sua vita a Roma, dove collabora con diverse riviste. Tra le sue raccolte poetiche: Come un'allegoria, 1936; Cronistoria, 1943; Stanze della funicolare, 1952; Il passaggio d'Enea, 1956; Il seme del piangere, 1959; Congedo del viaggiatore cerimonioso e altre prosopopee, 1965; Il "Terzo libro" e altre cose, 1968; Il muro della terra, 1975; Il franco cacciatore, 1982; Il conte di Kevenhüller, 1986. Traduce Apollinaire, Proust, Céline, Cendrars. Muore a Roma il 22 gennaio 1990.