Giuseppe Prezzolini raccontato da Mario Isnenghi

L'interventismo del fondatore de La Voce

Puntata di Storie della Letteratura dedicata a Giuseppe Prezzolini, uno tra i più significativi animatori dell’interventismo in Italia, in occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale. Prezzolini, organizzatore e animatore culturale, sviluppa sin da subito un particolare interesse per il primo conflitto mondiale e non è un caso se uno dei principali luoghi di dibattito e riflessione sull’ingresso dell’Italia in guerra sia proprio la rivista “La Voce”, che aveva fondato nel 1908 con Giovanni Papini. 

Che cos’è che non ci piaceva dell’Italia, che cos’è che volevamo rinnovare? L’Italia ci pareva prima di tutto un paese provinciale, piccolo, meschino, burocratico, poco attivo, poco tendente al grande, poco tendente alla potenza.


Prezzolini torna a riflettere sulla guerra più volte nel corso della sua lunga esistenza, scrive infatti nel 1968:

Fu un momento dell'Italia. Vi assicuro che era bellissimo. Ci si credeva, ci credettero tanti, alcuni di quelli che morirono e tanti di quelli che soffrirono. Oggi in che cosa crediamo? Per che cosa si è pronti a morire?

Giuseppe Prezzolini nasce a Perugia nel 1882. Nel 1903, insieme a Giovanni Papini, dà vita alla rivista culturale “Leonardo”, pubblicata fino al 1908. Tra i suoi primi scritti ricordiamo: L'arte di persuadere (1907) e Cos'è il modernismo? (1908). Nel 1908 fonda “La Voce”, di cui rimane direttore fino al 1914. La nuova rivista tratta temi legati alla politica, alla letteratura e alla società polemizzando sul conformismo della borghesia italiana d'inizio secolo. Dopo l'esperienza di combattente volontario nella guerra del 1915-18, Prezzolini pubblica Tutta la guerra, Antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese (1918) e i memoriali Dopo Caporetto (1919) e Vittorio Veneto (1920). Nel 1923 riceve una cattedra presso la Columbia University di New York, dove si trasferisce nel 1929. Del periodo americano sono le opere America in pantofole (1950) e L'italiano inutile (1953). Nel 1968 si stabilisce a Lugano e nel 1971 è nominato Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana. Di questi ultimi anni sono i saggi Manifesto dei conservatori (1972) e Sul fascismo (1977). Si spegne a Lugano il 14 luglio 1982, a cento anni.

Mario Isnenghi è stato professore di Storia contemporanea all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Tra i suoi saggi: Il mito della grande guerra. Da Marinetti a Malaparte(1970), Intellettuali militanti e intellettuali funzionari. Appunti sulla cultura fascista (1979), L'Italia in piazza. I luoghi della vita pubblica dal 1848 ai giorni nostri (1994), La tragedia necessaria. Da Caporetto all’8 settembre (1999), Le guerre degli italiani. Parole, immagini, ricordi 1848-1945 (2005), La Grande Guerra 1914 -1918 (1993).

 

Storie della Letteraturaè un programma di Isabella Donfrancesco e di Alessandra Urbani, produttore esecutivo Annalisa Proietti, regia Daniela Mazzoli e Laura Vitali.

 

La puntata è andata in onda su Rai Storia domenica 24 agostoalle ore 21.30 e in replica, sempre su Rai Storia, mercoledì 27 agosto alle ore 12.00 esu Raiuno giovedì 09 ottobre alle ore 02.00.