Giuseppina Torregrossa: io e Natalia Ginzburg

La scoperta di Lessico famigliare

Giuseppina Torregrossa: "Fin dalle prime pagine Lessico famigliare mi è sembrato un libro speciale. Ho scoperto che questa famiglia assomigliava molto alla mia; in questa casa dove all'inizio ero un ospite mi sono sentita una parente". Lessico famigliare è il racconto della vita della famiglia Levi dal 1925 agli anni trenta  ai primi anni cinquanta. Natalia ricostruisce la propria formazione, partendo dalle espressioni familiari. Nelle ultime pagine si ricordano l'uccisione del marito dell'autrice, Leone Ginzburg, per attività politica antifascista, e il suicidio di Cesare Pavese. Nel 1963 il romanzo vince il Premio Strega. 

Nella mia casa paterna, quando ero ragazzina, a tavola, se io o miei fratelli rovesciavamo il bicchiere sulla tovaglia, o lasciavamo cadere un coltello, la voce di mio padre tuonava: non fate malagrazie!
Se inzuppavamo il pane nella salsa gridava: - Non leccate i piatti! Non fate sbrodeghezzi! Non fate potacci!
Sbrodeghezzi e potacci erano per mio padre anche i quadri moderni che non poteva soffrire.
Diceva: - Voialtri non sapete stare a tavola! Non siete gente da portare nei loghi!
E diceva:  - Voialtri che fate tante sbrodeghezzi, se foste una table d’hôte in Inghilterra vi manderebbero subito via.

Giuseppina Torregrossa è nata a Palermo il 21 agosto 1956. Vive tra la Sicilia e Roma. Laureata in medicina e chirurgia e specializzata in ginecologia, ha lavorato alla clinica ostetrica del policlinico Umberto I di Roma. Ha esordito come scrittrice a 55 anni, nel 2007, con il romanzo L'assaggiatrice, cui sono seguiti, tra gli altri, Il conto delle minne (2009), Manna e miele, ferro e fuoco (2011), Panza e prisenza (2013), La miscela segreta di casa Olivares (2014), ll figlio maschio ( 2015), Cortile nostalgia (2017) e Il basilico di Palazzo Galletti (2018).