I Diari di Sylvia Plath
Lettura di Viola Di Grado
L'11 febbraio 1963 moriva a Londra Sylvia Plath. Viola Di Grado legge dei passi dai suoi Diari. Quando si comincia a leggere questi diari si ha l'impressione di seguire le febbrili annotazioni di una bella ragazza americana che scopre l'Europa: tutto vibra, tutto sprizza energia, c'è un senso di attesa che si impone su tutto. Ma presto ci accorgiamo che le cose non stanno così. O meglio, non soltanto così. E ci immergiamo in una lettura sempre più appassionante e talvolta angosciosa: il giornale di bordo di una sensibilità acutissima, lacerata e drammatica, quella di una scrittrice che per i suoi versi e per il suo tragico destino è diventata un emblema, un vero culto, per molti lettori.
Morire
è un'arte, come ogni altra cosa.
Io lo faccio in un modo eccezionale.
Io lo faccio che sembra come inferno.
Io lo faccio che sembra reale.
Ammetterete che ho la vocazione.
Viola Di Grado è figlia di Antonio Di Grado, italianista e uno dei massimi studiosi di Sciascia e De Roberto, e di Elvira Seminara, scrittrice. Si è laureata in lingue orientali a Torino. È stata in Erasmus a Leeds. Ha viaggiato in Cina e Giappone e adesso si sta specializzando in filosofia cinese a Londra. Il suo primo romanzo Settanta acrilico trenta lana è stato pubblicato da e/o nel 2011.