Ignazio Silone: sono rimasto un terrone

Un profilo biografico e un video con l'autore

Nel filmato lo scrittore Ignazio Silone si definisce con orgoglio un terrone e racconta il legame con la sua terra e la cultura contadina. Legge poi alcuni passi del suo romanzo Fontamara. La presa di coscienza della condizione della classe contadina, l`istinto rivoluzionario, i trascorsi politici nel Partito socialista, l`adesione al Partito comunista, l'esilio in Svizzera sono eventi importanti, ma non esauriscono la storia di un uomo che, chiamato a scegliere tra politica e letteratura, alla fine ha sempre scelto quest'ultima.

Fontamara somiglia, per molti lati, a ogni villaggio meridionale il quale sia un po' fuori mano, tra il piano e la montagna, fuori delle vie del traffico, quindi un po' più arretrato e misero e abbandonato degli altri. Ma Fontamara ha pure aspetti particolari. Allo stesso modo, i contadini poveri, gli uomini che fanno fruttificare la terra e soffrono la fame, i fellahin, i coolis, i peones, i mugic, i cafoni, si somigliano in tutti i paesi del mondo; sono, sulla faccia della terra, nazione a sé, razza a sé; eppure non si sono ancora visti due poveri in tutto identici

Ignazio Silone è lo pseudonimo di Secondino Tranquilli che nasce a Pescina dei Marsi (L'Aquila) il 1 maggio 1900, figlio di un piccolo proprietario terriero e di una tessitrice. Frequenta il ginnasio nel seminario della diocesi. A quindici anni, rimasto senza genitori e senza casa a causa del terremo­to, prosegue il liceo presso un istituto religioso di Reggio Calabria. Non continua gli studi, e tra i 17 e i 18 anni si trasferisce a Roma, dove s'immerge del tutto nella lotta politica. Tra il 1919 e il 1921 diviene membro della segreteria dell'Unione socia­lista romana, della redazione dell'Avanti! e dirige L'Avanguardia, il settimanale dei giovani socialisti. Nel 1921 partecipa alla fondazione del Partito Comunista d'Italia come rappresen­tante della Gioventù Socialista; diviene quindi dirigente dell'Organizzazione giovanile comunista e poi del Partito. Nel 1922 si trasferisce a Trieste come redattore del quotidia­no II Lavoratore. Membro della direzione del Partito Comunista, tra il 1921 e il 1927, compie diverse missioni sia in Russia che in altri paesi europei. Nel maggio del 1927 si reca insieme con Togliatti a Mosca per partecipare alle riunioni del Komintern che portano alla condanna e all'espulsione di Trotsky e Zinov'ev. SiIone si oppone all'espulsione dei due e lascia il Partito Comunista d'Italia nel 1930. Esule si stabilisce in Svizzera dove rimane fino all'autunno del 1944 e per dieci anni non si occupa più di politica attiva dedi­candosi all'attività letteraria. Dal 1932 al 1934 fonda e dirige la rivista in lingua tedesca Information e fonda nel 1936 Le Nuove Edizioni di Capolago. Agli inizi degli anni quaranta, torna all'attività politica diri­gendo in Svizzera il Centro Estero del Partito Socialista. Dirige il quindicinale socialista L'avvenire dei Lavoratori. Le autorità elvetiche, per non complicare i rapporti con il governo italiano, lo fanno rinchiudere prima nel carcere di Zurigo, poi nei campi d'internamento a Baden e a Davos. Nel 1944 rientra in Italia e si stabilisce a Roma dove sposa l'irlandese Darina Elisabeth Laracy conosciuta qualche anno prima in Svizzera. Dal 1945 al 1946 dirige l'Avanti!. Nello stes­so anno 1946 viene eletto all'Assemblea Costituente per il PSIUP in Abruzzo. Nel 1947 fonda Europa Socialista che dirige fino al 1949. Nel 1951 anima l'Associazione Italiana per la Libertà della Cultura. Abbandonata del tutto l'attività politica nel 1956 fonda e diri­ge, con Nicola Chiaromonte, la rivista Tempo Presente. Il 22 Agosto 1978, dopo una lunga serie di malattie, Silone muore in una clinica a Ginevra.