Vittorio Giacopini su Arthur Rimbaud

Il Battello Ebbro e la sua genesi

A soli diciassette anni Arthur Rimbaud scrive uno dei capolavori indiscussi della poesia di tutti i tempi, Il Battello Ebbro. Raccontando metaforicamente di sé, abbandona il vascello della propria vicenda esistenziale in balia delle correnti, incontro ai flutti vorticosi del “poema del mare". Fuori di ogni nozione usuale di tempo e di spazio, al di là di ogni limite di verosimiglianza, l’avventura intrapresa conduce il poeta alla scoperta del mondo e alla ri-creazione di esso attraverso una fantasiosa palingenesi che sconquassa le ragionevoli certezze del reale. In questo filmato lo scrittore e saggista Vittorio Giacopini spiega le origini e le implicazioni del visionario poema.

Appena presi a scendere lungo i Fiumi impassibili, 
Mi accorsi che i bardotti non mi guidavan più: 
Ignudi ed inchiodati ai pali variopinti, 
I Pellirosse striduli li avevan bersagliati.

Non mi curavo più di avere un equipaggio, 
Col mio grano fiammingo, col mio cotone inglese. 
Quando assieme ai bardotti si spensero i clamori, 
I Fiumi mi lasciarono scender liberamente.

Dentro lo sciabordare aspro delle maree, 
L'altro inverno, più sordo di una mente infantile, 
Io corsi! E le Penisole strappate dagli ormeggi 
Non subirono mai sconquasso più trionfante.

La tempesta ha sorriso ai miei risvegli in mare. 
Più lieve di un turacciolo ho danzato sui flutti 
Che eternamente spingono i corpi delle vittime. 
Dieci notti, e irridevo l'occhio insulso dei fari! 

Arthur Rimbaud  nasce il 24 ottobre 1854 a Charleville, nelle Ardenne francesi da una madre molto religiosa e da un padre militare che presto abbandona la famiglia. Già a dieci anni scrive brevi prose e componimenti poetici in latino. A quindici anni prende il treno per Parigi per assistere alla caduta di Napoleone III: è la prima di molte fughe da casa. Nel settembre 1871 va a Parigi da Verlaine, al quale ha spedito alcuni versi e una lettera di invocazione. I due cominciano a vivere insieme una vita bohèmienne. Tra il 1869 e il 1872 scrive quasi tutti i brani poetici poi raccolti sotto il titolo di Poesie; in seguito compone le Illuminazioni. Va in Belgio e Verlaine lo raggiunge. I due si stabiliscono poi in Inghilterra, dove danno lezioni di francese e fanno traduzioni. Continuano a passare da liti a riconciliazioni. Rimbaud raggiunge la sua famiglia a Roche e comincia a comporre Una Stagione all'Inferno (1873). La rottura definitiva con Verlaine avviene in Belgio: Verlaine spara all'amico, ferendolo alla mano e viene condannato a due anni di carcere. Rimbaud torna a Roche, si rinchiude nel granaio di casa e porta a termine Una Stagione all'Inferno, dopo di che non scrive più. Compie lunghi viaggi a piedi per l’Europa. Nel 1876 si arruola nell'armata coloniale olandese, s’imbarca, raggiunge Giava e diserta. Rientra in Francia e riparte quasi subito per Vienna; si reca a Colonia, Brema, poi Stoccolma, Copenaghen, salpa per Cipro e infine per l'Africa. Viaggia e commercia nello Yemen e in Etiopia. Colpito da cancrena al ginocchio destro, rientra in patria, dove gli viene amputata la gamba. Muore dopo atroci sofferenze il 10 novembre 1891.