Jhumpa Lahiri: l'immenso Hemingway

Lo scrittore americano e il suo rapporto con l'Italia

Sono una scrittrice molto diversa da Hemingway, ma ci sono tra noi molte cose in comune, mi colpisce il suo passaggio dagli Stati Uniti all’Italia. Lui è stato per un periodo in guerra in Italia e questa cosa lascia un segno fortissimo su di lui. È in Europa che comincia a scrivere. Anche io sono venuta in Italia e qui mi sono trasformata come scrittrice. La musica di Hemingway secondo me nasce dall’esperienza europea. Io ho conosciuto l’italiano attraverso Hemingway a quattordici anni leggendo Addio alle armi. Come a me, a Hemingway interessavano altre parole.” Così Jhumpa Lahiri sintetizza il suo intervento al convegno sullo stile di Ernest Hemingway organizzato da Sara Antonelli a Roma Tre. E conclude:

Hemingway è una presenza imprescindibile per gli scrittori, veniamo tutti da lui.

Ernest Hemingway nasce a Oak Park in Illinois il 21 luglio 1899. Non ancora ventenne collabora con un giornale di Kansas City. Durante la prima guerra mondiale combatte sul fronte italiano ed è ferito, guadagnando la medaglia d'argento al valor militare. A Parigi dal 1921 al 1926, subisce l'influenza di Ezra Pound e Gertrude Stein; i ricordi del soggiorno francese confluiscono nel romanzo postumo Festa mobile (1964). Fiesta esce nel 1926 e Addio alle armi nel 1929. Con Morte nel pomeriggio (1932), e Verdi colline d’Africa (1935) dà incremento a tutta la narrativa anglosassone di reportage. Nel 1938 pubblica I quarantanove racconti, nel 1937 esce  Avere e non avere, nel 1940 Per chi suona la campana. Vanno ricordati tra gli altri: Di là dal fiume e tra gli alberi (1950) e Il vecchio e il mare con cui riceve il Premio Pulitzer nel 1953. Nel 1954 vince il Premio Nobel per la letteratura. Gravemente depresso, si suicida il 2 luglio 1961.

 

Jhumpa Lahiri nasce a Londra l'11 luglio 1967 da genitori provenienti dallo stato indiano del Bengala Occidentale, ma trascorre l'infanzia e la giovinezza negli Stati Uniti d'America. La sua prima raccolta di racconti brevi, L'interprete dei malanni (Interpreter of Maladies), uscita nel 1999, ottiene il Premio Pulitzer per la narrativa l'anno successivo. Dal romanzo L'omonimo, del 2003, la regista Mira Nair ha tratto il film Il destino nel nome - The Namesake. Con il romanzo Una nuova terra, uscito nel 2008, vince la III edizione del Premio Gregor von Rezzori per la miglior opera di narrativa straniera nel 2009. Appassionata della lingua italiana, dal 2012 al 2014 ha vissuto a Roma, con i suoi due figli e il marito Nel 2015 pubblica il suo primo libro scritto direttamente in italiano In altre parole, vincitore nello stesso anno del Premio Internazionale Viareggio-Versilia, del 2016 è Il vestito dei libri. Il suo editore italiano è Guanda.