John Fante con Francesco Durante e Giancarlo De Cataldo
Omaggio a Francesco Durante
Il 3 agosto 2019 è morto a Capri Francesco Durante. Lo ricordiamo con la puntata di Storie della Letteratura dedicata a uno scrittore da lui molto amato, oltre che che tradotto dall'inglese in italiano, John Fante. Diceva Durante di Fante:
“Piace agli scrittori – sostiene Francesco Durante – perché il tema della sua saga di Bandini è quella di un giovane che non diventa mai vecchio e vuole diventare scrittore, nonostante tutte le difficoltà di ordine materiale e creativo”. Gli fa eco Giancarlo De Cataldo: “Molti ragazzi amano Fante. Mi sono chiesto cosa li attiri nelle avventure di uno che nasce in una baracca, sogna di sposare una ragazza messicana, fa mille mestieri e si ostina a voler diventare scrittore. E mi sono risposto che a piacere in Fante è la carica giovanile, febbrile, che Fante ha ereditato dal primo Hamsun, la determinazione feroce a voler arrivare. Chi ha la mia età ritrova in Fante il sé stesso giovane e i ragazzi si rispecchiano nel suo vitalismo”. Francesco Durante, che ha tradotto e curato l’edizione italiana di molti libri di John Fante, ricostruisce il profilo di questo scrittore italoamericano di seconda generazione: “l’italianità per Fante è fondamentale e si ritrova in tutta la sua opera insieme all’epica famigliare”; “Fante diventa una specie di mediatore culturale, vuol far commuovere il lettore e far capire agli americani che gli italiani sono gente simpatica, cordiale, lontana dallo stereotipo degli uomini cupi e baffuti”. Francesco Durante racconta i due viaggi in Italia di John Fante, il suo entusiasmo per la città di Napoli e la sua freddezza verso Roma. Ricostruisce poi il percorso narrativo di Fante da La strada per Los Angeles del 1935, pubblicato dopo i quattro libri dedicati ad Arturo Bandini, al suo romanzo più famoso, Chiedi alla polvere, fino a Full of Life e a La confraternita dell’uva. Su questo si sofferma anche Giancarlo De Cataldo, rivelando che è il suo preferito, leggendone un brano e commentandolo. Giancarlo De Cataldo affronta infine il nodo della sofferta carriera di sceneggiatore di Fante e quello della sua vena apertamente autobiografica: “Fante inventa l’archetipo dell’immigrato che ce la fa”, conclude.
John Fante nasce a Denver, nel Colorado (USA), l’8 aprile 1909 da una famiglia d’origine italiana. Primo di quattro figli, trascorre la sua infanzia a Boulder (Colorado) e nel 1927 si diploma al Regis High School di Denver, dai gesuiti. Negli anni Trenta si trasferisce in California. Resta folgorato dalla prosa di Knut Hamsun. H. L. Mencken, uno dei critici più autorevoli del tempo, gli pubblica diversi racconti sulla rivista “The American Mercury”. A Los Angeles, Fante alterna la sua attività di scrittore a lavori come il lavapiatti, il fattorino d’albergo, l’operaio nelle fabbriche di scatolame di pesce. Nel 1937 sposa Joyce Smart con cui avrà quattro figli. Dopo la stesura del suo primo romanzo, The Road To Los Angeles (La strada per Los Angeles), più volte rifiutato dagli editori e uscito postumo, Fante pubblica nel 1938 Wait Until Spring, Bandini (Aspetta primavera, Bandini). Il romanzo esce anche in Inghilterra, ed è tradotto in Italia (da Elio Vittorini) e in Norvegia. Nel 1939, viene pubblicato Ask The Dust (Chiedi alla polvere), il suo capolavoro, tradotto anche in Italia. L’anno dopo, la casa editrice Viking di New York dà alla stampa la sua prima raccolta di racconti, Dago Red. Parallelamente a quella di scrittore, Fante esercita in questi anni la professione di sceneggiatore, con cui si mantiene . Il suo nuovo romanzo, Full of Life esce nel ’52 e diventa subito un best-seller tradotto in numerosi paesi. Nel 1957 e nel 1960 John Fante è in Italia per lavorare con Dino De Laurentiis. In questi anni Fante ritrova la sua verve creativa e scrive The Brotherhood of the Grape (La confraternita dell’uva), pubblicato nel 1977, mentre 1933 Was A Bad Year (Un anno terribile) e My Dog Stupid (Il mio cane stupido) usciranno postumi. Una nuova generazione di artisti, principalmente californiani, riconosce in Fante un maestro. Decisivo il pronunciamento di Charles Bukowski: “Fante era il mio dio”. Sebbene afflitto da un diabete che lo ha reso cieco e disabile, nel 1979 John Fante detta alla moglie quello che sarà il suo ultimo romanzo, Dreams From Bunker Hill (Sogni di Bunker Hill), pubblicato dalla Black Sparrow nel ’82. Muore l’8 maggio del 1983.
Francesco Durante nasce a Capri il 25 settembre 1952. Trascorre infanzia e adolescenza in Friuli e si laurea in letteratura italiana all'Università di Padova. Nel 1974 quando viene assunto dal quotidiano Messaggero Veneto di Udine; passa poi al Piccolo di Trieste e al Mattino di Napoli. Negli anni ottanta diventa redattore capo di Grazia, D - la Repubblica delle donne e Marie Claire. Tra il 2001 e il 2012 è a capo della redazione di Napoli del quotidiano Corriere del Mezzogiorno. Tra il 1988 e il 1992 è direttore editoriale della Casa Editrice Leonardo di Leonardo Mondadori. Insegna Cultura e Letteratura degli Italiani d'America all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Traduce sette libri di John Fante, due romanzi di Bret Easton Ellis, le poesie di Raymond Carver, scritti vari di William Somerset Maugham, William Dean Howells, Bayard Taylor, George Arnold, Dan Fante. Nel 2001 e 2005 pubblica con Mondadori i due volumi di Italoamericana. Storia e letteratura degli italiani negli Stati Uniti. Nel 2003 cura per Mondadori due Meridiani: Romanzi e racconti di John Fante e Opere di Domenico Rea. Nel 2013 è Direttore Artistico del Festival Salerno Letteratura e membro dello staff dei curatori del Festival delle Generazioni di Firenze e presidente della giuria del Premio Letterario “John Fante” annesso al Festival “Il dio di mio padre” di Torricella Peligna. Muore a Capri il 3 agosto 2019 all'età di 66 anni.
John Fante è sempre stato un autore di culto per gli scrittori. Con questo non intendo dire che fosse uno scrittore difficile, uno che scriveva per gli altri scrittori; anzi la sua caratteristica è la meravigliosa semplicità dello stile.
“Piace agli scrittori – sostiene Francesco Durante – perché il tema della sua saga di Bandini è quella di un giovane che non diventa mai vecchio e vuole diventare scrittore, nonostante tutte le difficoltà di ordine materiale e creativo”. Gli fa eco Giancarlo De Cataldo: “Molti ragazzi amano Fante. Mi sono chiesto cosa li attiri nelle avventure di uno che nasce in una baracca, sogna di sposare una ragazza messicana, fa mille mestieri e si ostina a voler diventare scrittore. E mi sono risposto che a piacere in Fante è la carica giovanile, febbrile, che Fante ha ereditato dal primo Hamsun, la determinazione feroce a voler arrivare. Chi ha la mia età ritrova in Fante il sé stesso giovane e i ragazzi si rispecchiano nel suo vitalismo”. Francesco Durante, che ha tradotto e curato l’edizione italiana di molti libri di John Fante, ricostruisce il profilo di questo scrittore italoamericano di seconda generazione: “l’italianità per Fante è fondamentale e si ritrova in tutta la sua opera insieme all’epica famigliare”; “Fante diventa una specie di mediatore culturale, vuol far commuovere il lettore e far capire agli americani che gli italiani sono gente simpatica, cordiale, lontana dallo stereotipo degli uomini cupi e baffuti”. Francesco Durante racconta i due viaggi in Italia di John Fante, il suo entusiasmo per la città di Napoli e la sua freddezza verso Roma. Ricostruisce poi il percorso narrativo di Fante da La strada per Los Angeles del 1935, pubblicato dopo i quattro libri dedicati ad Arturo Bandini, al suo romanzo più famoso, Chiedi alla polvere, fino a Full of Life e a La confraternita dell’uva. Su questo si sofferma anche Giancarlo De Cataldo, rivelando che è il suo preferito, leggendone un brano e commentandolo. Giancarlo De Cataldo affronta infine il nodo della sofferta carriera di sceneggiatore di Fante e quello della sua vena apertamente autobiografica: “Fante inventa l’archetipo dell’immigrato che ce la fa”, conclude.
John Fante nasce a Denver, nel Colorado (USA), l’8 aprile 1909 da una famiglia d’origine italiana. Primo di quattro figli, trascorre la sua infanzia a Boulder (Colorado) e nel 1927 si diploma al Regis High School di Denver, dai gesuiti. Negli anni Trenta si trasferisce in California. Resta folgorato dalla prosa di Knut Hamsun. H. L. Mencken, uno dei critici più autorevoli del tempo, gli pubblica diversi racconti sulla rivista “The American Mercury”. A Los Angeles, Fante alterna la sua attività di scrittore a lavori come il lavapiatti, il fattorino d’albergo, l’operaio nelle fabbriche di scatolame di pesce. Nel 1937 sposa Joyce Smart con cui avrà quattro figli. Dopo la stesura del suo primo romanzo, The Road To Los Angeles (La strada per Los Angeles), più volte rifiutato dagli editori e uscito postumo, Fante pubblica nel 1938 Wait Until Spring, Bandini (Aspetta primavera, Bandini). Il romanzo esce anche in Inghilterra, ed è tradotto in Italia (da Elio Vittorini) e in Norvegia. Nel 1939, viene pubblicato Ask The Dust (Chiedi alla polvere), il suo capolavoro, tradotto anche in Italia. L’anno dopo, la casa editrice Viking di New York dà alla stampa la sua prima raccolta di racconti, Dago Red. Parallelamente a quella di scrittore, Fante esercita in questi anni la professione di sceneggiatore, con cui si mantiene . Il suo nuovo romanzo, Full of Life esce nel ’52 e diventa subito un best-seller tradotto in numerosi paesi. Nel 1957 e nel 1960 John Fante è in Italia per lavorare con Dino De Laurentiis. In questi anni Fante ritrova la sua verve creativa e scrive The Brotherhood of the Grape (La confraternita dell’uva), pubblicato nel 1977, mentre 1933 Was A Bad Year (Un anno terribile) e My Dog Stupid (Il mio cane stupido) usciranno postumi. Una nuova generazione di artisti, principalmente californiani, riconosce in Fante un maestro. Decisivo il pronunciamento di Charles Bukowski: “Fante era il mio dio”. Sebbene afflitto da un diabete che lo ha reso cieco e disabile, nel 1979 John Fante detta alla moglie quello che sarà il suo ultimo romanzo, Dreams From Bunker Hill (Sogni di Bunker Hill), pubblicato dalla Black Sparrow nel ’82. Muore l’8 maggio del 1983.
Francesco Durante nasce a Capri il 25 settembre 1952. Trascorre infanzia e adolescenza in Friuli e si laurea in letteratura italiana all'Università di Padova. Nel 1974 quando viene assunto dal quotidiano Messaggero Veneto di Udine; passa poi al Piccolo di Trieste e al Mattino di Napoli. Negli anni ottanta diventa redattore capo di Grazia, D - la Repubblica delle donne e Marie Claire. Tra il 2001 e il 2012 è a capo della redazione di Napoli del quotidiano Corriere del Mezzogiorno. Tra il 1988 e il 1992 è direttore editoriale della Casa Editrice Leonardo di Leonardo Mondadori. Insegna Cultura e Letteratura degli Italiani d'America all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Traduce sette libri di John Fante, due romanzi di Bret Easton Ellis, le poesie di Raymond Carver, scritti vari di William Somerset Maugham, William Dean Howells, Bayard Taylor, George Arnold, Dan Fante. Nel 2001 e 2005 pubblica con Mondadori i due volumi di Italoamericana. Storia e letteratura degli italiani negli Stati Uniti. Nel 2003 cura per Mondadori due Meridiani: Romanzi e racconti di John Fante e Opere di Domenico Rea. Nel 2013 è Direttore Artistico del Festival Salerno Letteratura e membro dello staff dei curatori del Festival delle Generazioni di Firenze e presidente della giuria del Premio Letterario “John Fante” annesso al Festival “Il dio di mio padre” di Torricella Peligna. Muore a Capri il 3 agosto 2019 all'età di 66 anni.